Una mattina, al risveglio da sogni inquieti,
Gregor Samsa si svegliò trasformato in un enorme insetto.
Lo si capiva dal lenzuolo poggiato sul petto.
Non era un sogno
e provò a scendere dal suo vecchio capezzale.
Davanti agli occhi, tremante, agitava
sottili e piccole zampette storte.
"Mamma, mamma!"
Ma da là fuori nessuno rispondeva.
"Mamma, mamma!"
Ma quali versacci uscivano da quella bocca.
Grete, ho troppo sonno e tutto è un po' distorto.
Noto che è pallido già il ricordo che hai di me,
di tutto ciò che dicevamo
senza chiederci che ora è.
Ma una mela marcia è un cancro nel mio fianco.
Grete, porta via queste pietanze marce,
io non brindo alla mia dignità corrotta.
Suonami sperimentantinoiarmonie
senza chiederti:
Cos'è che ci fa respirare con dolore?
Perché la vita è un sogno e non mi riesco a addormentare.
Spero che ti salverai da questa sorte.
Giurami che non vivrai di questa morte
in cui non siamo liberi.