Una mattina, al risveglio da sogni inquieti, Gregor Samsa si svegliò trasformato in un enorme insetto. Lo si capiva dal lenzuolo poggiato sul petto. Non era un sogno e provò a scendere dal suo vecchio capezzale. Davanti agli occhi, tremante, agitava sottili e piccole zampette storte. "Mamma, mamma!" Ma da là fuori nessuno rispondeva. "Mamma, mamma!" Ma quali versacci uscivano da quella bocca. Grete, ho troppo sonno e tutto è un po' distorto. Noto che è pallido già il ricordo che hai di me, di tutto ciò che dicevamo senza chiederci che ora è. Ma una mela marcia è un cancro nel mio fianco. Grete, porta via queste pietanze marce, io non brindo alla mia dignità corrotta. Suonami sperimentantinoiarmonie senza chiederti: Cos'è che ci fa respirare con dolore? Perché la vita è un sogno e non mi riesco a addormentare. Spero che ti salverai da questa sorte. Giurami che non vivrai di questa morte in cui non siamo liberi.