Giocava al totocalcio da vent'anni
il venerdì alle sette al botteghino
le stesse due colonne, sempre quelle
Martin Lutero o meglio l'attacchino
Non era vecchio ma quel suo lavoro
di notte, con l'estate e con l'inverno
gli aveva regalato un soffio al cuore
non molto grave grazie al padre eterno
I muri del paese conosceva
meglio del corpo di sua moglie Rosa
col suo pennello lui li accarezzava
come un amante con la dolce sposa
Nessuno ricordava il nome vero
del povero diavolo notturno
perché per tutti lui, Martin Lutero,
era Martin Lutero il taciturno
Ma un giorno, Lunedì trenta di Marzo
la moglie risvegliandosi al mattino
s'accorse che Martino era scomparso
dal letto, dalla casa e dal paesino
E dopo qualche giorno di ricerche
"è affogato", disse il maresciallo
perché vicino al fiume tra le barche
fu ritrovato il suo cappello giallo
E già pa**ato più di un anno intero
ma al suo paese se ne parla ancora
e al bar c'è chi scommette che Lutero
avesse vinto al totocalcio e allora
avesse preferito andar lontano
per terre d'oltremare calde e buone
continuando a fare l'attacchino
non per i soldi ma per la pa**ione