Giocava al totocalcio da vent'anni il venerdì alle sette al botteghino le stesse due colonne, sempre quelle Martin Lutero o meglio l'attacchino Non era vecchio ma quel suo lavoro di notte, con l'estate e con l'inverno gli aveva regalato un soffio al cuore non molto grave grazie al padre eterno I muri del paese conosceva meglio del corpo di sua moglie Rosa col suo pennello lui li accarezzava come un amante con la dolce sposa Nessuno ricordava il nome vero del povero diavolo notturno perché per tutti lui, Martin Lutero, era Martin Lutero il taciturno Ma un giorno, Lunedì trenta di Marzo la moglie risvegliandosi al mattino s'accorse che Martino era scomparso dal letto, dalla casa e dal paesino E dopo qualche giorno di ricerche "è affogato", disse il maresciallo perché vicino al fiume tra le barche fu ritrovato il suo cappello giallo E già pa**ato più di un anno intero ma al suo paese se ne parla ancora e al bar c'è chi scommette che Lutero avesse vinto al totocalcio e allora avesse preferito andar lontano per terre d'oltremare calde e buone continuando a fare l'attacchino non per i soldi ma per la pa**ione