Pace, Bigazzi, Savio (colpi di tosse)... no, non sto molto bene. Guido con una mano sola. Mi chiamano An, e di cognome Ndicappato, Sono l'An Ndicappato. Il mio nome è Craxi Driver, Vado tutte le sere su e gù ma non acchiappo un cliente, neanche a pagarlo. L'ultima volta per portare uno in corso Buenos Aires gli ho dato dodicimila lire E non mi ha dato neanche la mancia. Era triste, il cliente. Aveva preso la zarra, in corso Monforte, una malattia profusa nella città lombarda Che tutti non sono riusciti a stabilire cos'era. Ma io lavoro, sono un grande lavoratore, Mi sono trasferito da Napoli a Milano per lavorare, e qui non cucio una maglia. Sono vent'anni che ho il ta**ì, ci ho rimesso trentadue milioni. Ma non era meglio che mi compravo una macchina, e facevo il turista? E invece no, faccio il ta**ista. Tutte le sere alle nove esco, metto il mantesino E mi porto in San Babila, e lì aspetto pazientemente. Tango 13, Tango 13... Arriva sempre Marurka 14 e m'incula come un pazzo. Mi precedeva Twist 21, ed ero in seconda corsia, Quando da lontano vedo la figura mitica di Bartali, che vuole un ta**ì. Mi accosto attento attento, le apro la porta, lui sale. Lo acchiappo, lo bacio, e lo faccio sedere dietro di me. E... e dopo? Andiamo sulla Milano-Sanremo, Inseguendo il gruppo. Di testa era Moser, i fratelli Moser, Dietro Zandegù con una bottiglia di seltz sciacquava le palle a Vandelling, E in un rollio di biciclette antiformitiche seguivo Radaelli, Che s'era spostato dal Cantagiro al Giro D'Italia non capendo più niente, E arrivammo a Sanremo. C'era Ravera con Alice: "Per Elisa, per Elisa, per Elisa... e non sei neanche bella". Allora mi sono intromesso tra i due disputanti il terzo gode. E allora proseguii. Bartali intanto era infuocato dietro di me E mi dava delle chiantozze dietro la schiena che mi ha fatto uscire la pleurite E mi diceva "Vai tu, vai tu". Non andavi tu quando correvi, perché devo andare io quando faccio il ta**ista... Intanto l'organizzatore del Giro D'Italia, tale.... Tale... tale... non mi ricordo il nome, Pa**amelo in cuffia, tale... Chi? Torriani? Con una macchina affittata dalla Fiat, Regalata gentilmente dall'Avvocato, mo ti do centotrentamila lire per portarlo al traguardo, Mi faceva cenno di starnuto. A un certo momento soffio il naso e bu*to un kleenex, Non ti va a finire sotto la ruota di Vandelling? Cade, si rompe il naso, lo portano all'ospedale. Chi chiamano? Tango 13. E lo portai io. Facemmo una trasfusione di sangue di balena Arenata nel porto di Genova per mancanza di, di auspizio E il corridore si rinvavì... si rinvive... si rinvavide... si... si ranvide... Si rinvide... no, non è così... si ranvise... Rinvivì or ora, e giugno lo ristora di luce e di calor Tu povera pianta, percossa e inaridita Tu, dell'util vita estremo, unico fior Tu, nella terra negra, tu nella terra serra, Sei tu che mi rallegri nel giugno e mi ristora Dolce fulgrezio amor. E De Amicis che era avanti di me non mi rimproverò della rima sbagliata? No, fece un incontro con il Charlie Marx, E furono portati a Milano per la modica cifra di duemila e centocinquanta lire, Che coi soldi di oggi non ti puoi comprare neanche una Salvemini. Questo tango non finisce più. Sono rovinato. Il tango è finito, il ta**ì si è bocciato, io faccio il tranviere.