Roy Zen - Da palmo a palmo lyrics

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Roy Zen - Da palmo a palmo lyrics

[Verse 1] Dopo il mio stampo, mi hanno appoggiato a un banco Di miei sosia, uno sull'altro, legandoci un fermaglio E chi ci sta sfogliando porta occhiali sopra una faccia svilita Le mani da manichino e si veste in giacca e camicia Parla della mia vita, annota ogni mia sigla E infine dice che son pronto a uscire da 'sta stanza grigia Sto dentro a una valigia custodita da tre uomini in divisa Con il mitra hanno la guida di un camion blindato Fatto il tracciato per la banca senza un fiato Eseguono pa**o per pa**o ciò che gli è stato a**egnato M'a**egnano alla ca**a, c'è un giovane impiegato Che mi guarda e poi mi pa**a in mano a un altro proprietario All'apparenza è calmo, ma quando sale in macchina gridando Spiega a moglie e figli che li sfratteranno Li fa scendere a un parco, inchiodando E quando restiamo soli sento l'odio nei singhiozzi del suo pianto Delirando ripete che lui può farlo E solo rapinando avrà il coraggio Di guardare in faccia i propri figli senza sentirsi un vigliacco Entra in un bar marcio e mi dà in cambio a una Magnum 44 Vedo un tatuaggio sopra il palmo, anelli sulle dita Cicatrici in faccia, voce rauca e la chiquita Dice cinquanta, poi bilancia con aria da sfida Su un tavolo che straripa gli altri soldi scommessi in partita Chi mi vince soddisfa la sua ingordigia: Va al cesso, poi m'arrotola e si sniffa un'altra riga Ordina vodka tripla, che offre a quelli di prima Come tacita pietra sopra per la sconfitta subita Esce dal bar ed entra in una via residenziale Sono a un cancello videosorvegliato, e sulle arcate Vedo due leoni in marmo ed altre statue posizionate Lungo il viale principale a tutte le altre entrate Sale le scalinate Fino a una scala con due scrivanie in ebano e due poltrone impellicciate Chi lo fa accomodare ha le maniere pacate Di chi non prende ordini neanche dalle persone fidate L'altro salda il debito, con le mani che tremano Da cinquecento, a cento, a cinquanta in calcolo algebrico Poi lo congedano Rimango solo e fisso dritto negli occhi quell'uomo dallo sguardo gelido La mia mazzetta la consegna a due vestiti in modo identico Dicendogli "Uccidetelo. Non ammetto errori Fategli una foto in cui non chiederei pareri a un medico E riguardo al cadavere, disperdetelo." Segue un silenzio che s'infrange con due spari Poi un tonfo dentro l'acqua e una sgommata sulla sabbia Le onde sugli scogli e nella tratta i graffi dei rami Alla carrozzeria dentro il fruscio della boscaglia Uno dei due si sbaglia a mettersi il mio mazzo in tasca Io cado dalla giacca e ritorno carta Dopo il mio stampo, mi hanno appoggiato a un banco Di miei sosia, uno sull'altro, legandoci un fermaglio E chi ci sta sfogliando porta occhiali sopra una faccia svilita... [Outro] "Non c'è, non ci sarà mai, una società socialista senza la proprietà collettiva dei grandi mezzi di produzione, di scambio e di ricerca. Il vero nemico, quello che bisogna scacciare, è colui che tiene le chiavi: è il monopolio, termine esclusivo per indicare tutti i poteri del denaro; il denaro che corrompe, il denaro che compra, il denaro che schiaccia, il denaro che uccide, il denaro che rovina, e il denaro che fa marcire perfino la coscienza degli uomini."