(Facchinetti-Battaglia-Negrini) Divise il pane insieme a me con un'arancia in mano poi mezzo in inglese e a gesti un po' del viaggio in India mi raccontò vino di datteri mi versò. Parlò di gente andata via cento corone in tasca e mio Dio là in Asia che cos'è c'è in quella terra una luce in più c'è chi ne è vinto e non torna più. Nella notte il treno ad un confine fu fermato e lei ridendo disse: È il treno delle spie guarda bene quello biondo laggiù in fondo. Poi rimase offesa nel momento in cui promosso da uno sguardo io da scemo ci provai lesse un libro fino all'alba in silenzio. Ma all'uomo magro coi caffè lei disse: Due! Sorrise e poi stupenda anima del Nord nella sua lingua che io non so col suo saluto mi risvegliò. Diedi allora il meglio di me stesso e stava per finire il viaggio quando fui sicuro che la mia casa avrei rivisto non da solo. Quanta folla c'era alla stazione quella sera fu un istante dal suo fianco mi spostai. Mi domando ancora adesso: dove è andata?...