Mino Di Martino - Alla Periferia Dell'Impero lyrics

Published

0 111 0

Mino Di Martino - Alla Periferia Dell'Impero lyrics

Grossi camion abbandonati, lungo le piste del Sahara, come carca**e di animali si intravedono i telai, cattedrali nel deserto. Ogni giorno vengono spogliati da lunghe carovane sempre di pa**aggio, i pezzi vecchi hanno già un mercato e al mercato li ritrovi. Kano, Agadez, (...), Timbuktu Kano, Agadez, (...), Timbuktu Strumenti di lavoro forgiati con l'acciaio degli (...), organi confezionati con le colonne d'acqua dei radiatori, scarpe ricavati dalle gomme. Si vedono persino giocattoli: minuscole automobili, piccoli trenini, minuscole automobili, piccoli trenini. Alla periferia dell'impero impareremo dagli americani a vestire italiano, a nostra volta insegneremo la danza aerobica ai musulmani, perché c'è sempre qualche lupacchiotto che da dietro morde la coda. Il fiume dispotico, la pioggia democratica, nel duemila il quarto mondo consumerà Bing Crosby, Perry Mason, i vecchi dischi di Celentano, vestiti anni 50, vecchi stock in magazzino, il tuo televisore in bianco e nero che non usi più. Quando pa**avamo le serate chiusi in macchina a cercare Radio Lussemburgo, Radio Lussemburgo, Radio Lussemburgo. Tra migliaia di suoni incomprensibili cercavamo quelli promettenti, cercavamo quelli più sensuali. A volte erano solo dei frammenti, delle sfumature: il suono distorto di una chitarra, un certo eco della voce, un attacco di batteria, a volte la magia in un pezzo durava qualche secondo, quando durava tutta la canzone, restavi affascinato per qualche giorno. Questi geroglifici si trattava di articolare, un linguaggio decodificare, una tua liturgia era già al lavoro, a rovescio di archeologia. Non vorrei sfondare porte aperte ma non tutte le stelle hanno le striscie. Impareremo dagli americani a vestire italiano, a nostra volta insegneremo la danza aerobica ai musulmani, perché c'è sempre qualche lupacchiotto che da dietro morde la coda. Il fiume dispotico, la pioggia democratica, nel duemila il quarto mondo consumerà Bing Crosby, Perry Mason, i vecchi dischi di Celentano, vestiti anni 50, vecchi stock in magazzino, il tuo televisore in bianco e nero che non usi più. Il re di un minuscolo stato tipo San Marino dichiara guerra agli Stati Uniti. C'è una scena bellissima dove un gruppo di soldati in costume medioevale esce da un metrò in una New York deserta per una evacuazione simulata. Impareremo dagli americani a vestire italiano, a nostra volta insegneremo la danza aerobica ai musulmani, perché c'è sempre qualche lupacchiotto che da dietro morde la coda. Il fiume dispotico, la pioggia democratica, nel duemila il quarto mondo consumerà!