Con un dottore, un lettino e un soffitto dall'aria sgualcita, Son ritornato indietro a cercare il mio orologio, la vita, Che avevo perso dal sacco deluso dei sogni dal fondo bucato, Quanto ci ho messo a capire le cose che avevo sbagliato. Quando ho sentito una pace staccarmi da queste mie gambe E son cresciuto d'altezza e arroganza, per sentirmi grande, Cadendo dentro le storie degli altri in un modo contorto e ban*le, Per poi lasciarle così, senza neanche vederne il finale. E il gusto di esistere me l'ero scordato In un campo di brividi e di filo spinato, E sembrava un reato. Ed ho cercato gli amori più adatti alla mia sonnolenza, [Ed ho cercato gli amori più adatti alla mia sonnolenza,] Di quelli che, nello scambio di affetti, puoi farne anche senza, [di quelli che, nello scambio di affetti, puoi farne anche senza.] Ho lavorato ed ho perso del tempo, ma sempre come un apprendista, E con la vita pian piano ci siamo un po' persi di vista. [Ma il gusto di esistere...] Ma il gusto di esistere mi stava tornando, Sotto forma di traffico con il suo sotto fondo. E il tempo e la polvere in senso antiorario Tornavano ad essere questo mio desiderio, E il suo esatto contrario. Ma ho sotterrato il presente distante e mi son ritrovato nuovo, Come una pianta che nasce da un seme o una bestia da un uovo, Ed ho pagato il biglietto di vivere in una maniera diversa, Come l'omino che corre all'uscita di sicurezza. [Perché il gusto di esistere...] Perché il gusto di esistere, da quando son nato, Il gusto di esistere non mi è ancora pa**ato! [Perché il gusto di esistere, da quando son nato...] Perché il gusto di esistere non mi è ancora pa**ato!