Magistrato ripeti ancora il tuo canto di morte, lui rimbomba e salta ancora nelle mie orecchie, Mi domando ancora se tu hai mai perdonato e quante volte lo hai fatto, se hai mai ascoltato una canzone. Eppure io da libero potrei ridarti la vita ma in nome della rivoluzione Anche la nostra legge non conosce condoni e attenuanti: pagherete tutti quanti! Ma su questa branda che puzza d'angoscia il mio corpo non è libero E al mio spirito io chiedo perdono se ora io sono triste. Torna a casa tranquillo, la tua scorta è molto efficiente, va a abbracciare i tuoi figli, Forse anche a loro sei riuscito a strappare il sorriso, deformazione professionale. Mentre io sono qui con tutti quanti gli altri camerati a dividere la vita, Sono quelli morti che ce l'hanno regalata, tradimento sarebbe non vivere. Ma tra le mani io stringo ferro freddo che la guardia controlla sempre Ma fuori già si sente un gran rumore, preparati il momento è arrivato, Vostro onore.