Jovanotti - Oh, Vita lyrics

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Jovanotti - Oh, Vita lyrics

Qui non è il missisipi e nemmeno atlanta ma non so che cosa c’è nella mia pelle bianca e a 14 anni mi ha fatto sentire come nato a hollins wells ma sotto falso nome ho il pa**aporto italiano e un cuore mediterraneo work in cla** zero con un amore spontaneo per la botte piena e per la moglie ubriaca la base aerospaziale nel centro di Aracataca capo, marquez, valentino rossi ed happy days Diego Velasquez, ? e quando senti il richiamo nella foresta e la mia musica è la tua festa come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita skin skin dry so-socializza ritmo mozzarella o pomodoro con la pizza supercalifragilissimeespiralitoso uomo paleolitico di impatto mostruoso non sono laureato ma posso insegnare ad Harvard il tuo viso su Tempo ma io che avviso il ? ormai sono uno standard un grande cla**ico un mix di rock & roll mr fantastico si è visto un minion forse si forse no ma ascolto le storie disposto a crederci un po’ noi siamo figli di qualcuna il resto è tutto da fare non ho radici, ma piedi per camminare come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita ho il flow di un jazzista e il mood di un barista le ossa rotte e riparate a forza di stare in pista con la pistola ad acqua rapino la banca la mossa del cavallo a elle per la via che spalanca verso lo scacco al Rè verso la rivoluzione un cantautore con la lingua come una percussione che batte e non rivuole il ? e pa**a la gente Alcatraz razmatal? precipitissimevolmente coraggio la fantasia in viaggio e tocco il centro infranto del cuore selvaggio la foce dell’Orinoco la poesia gioco, sento un calore baby, è il Sacro Fuoco Come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita Come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita boom boom boom boom ritmo della vita la barzelletta di una natura addomesticata ah beh si beh vacci a credere te è tutto sempre relativo come piace a me non sono qui per il gusto, per la ricompensa ma per tuffarmi da uno scoglio dentro all’esistenza sono un migrante, sono un cantate un panettiere a Damasco una stella distante un pianoforte scordato dentro una sagrestia l’avanguardia di guardia davanti alla retrovia è il tempo della paura, aspetto la fioritura e se è una femmina si chiamerà futura Come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita Come posso io non celebrarti vita oh vita oh vita oh vita