Jovanotti - Buon Sangue (ghost track) lyrics

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Jovanotti - Buon Sangue (ghost track) lyrics

[Strofa 1] Un mio parente era il cuoco sulla nave di Ulisse Al grande eroe e ai suoi uomini faceva pranzi e cene Anche a lui fu dato l'ordine che non ascolta**e Pa**ando da quell'isola il canto delle sirene Ma lui si addormentò e non si mise la cera E quando si svegliò credette di avere sognato Ma invece l'esperienza era stata vera: Quel canto misterioso lui l'aveva ascoltato E misteriosamente anche dimenticato Restò dentro di lui quel richiamo del vuoto Che hanno tutti gli uomini che hanno vissuto Un tuffo inconsapevole nell'a**oluto Da lui ho imparato a vivere la realtà come un sogno E i sogni come fossero una cosa reale A vivere ogni viaggio come fosse un ritorno E che anche i grandi eroi han bisogno di mangiare [Ritornello] Oh, buon sangue non mente, la la la la la Io son di tutta la gente diretto discendente Oh, buon sangue non mente, la la la la la Io son di tutta la gente diretto discendente [Strofa 2] Tra i miei antenati più illustri c'è un tale Caino Fondò la prima città e fu il primo a**a**ino Una domanda insanguinava il suo cuore e cervello Perché Dio quella mattina preferì mio fratello? Ma nei giorni più cupi, nei momenti più bui Lui sentiva che invece il più amato era lui E come segno di amore gli era stato concesso Il dolore e la colpa per il male commesso [Ritornello] [Strofa 3] Un parente tra i più antichi era un manovale Nel cantiere della grande Torre di Babele Il progetto nell'insieme non lo conosceva Ma mattone su mattone la Torre cresceva Ad un certo punto con i soldi del salario Pensò bene di comprarsi un vocabolario: Inglese, spagnolo, turco, arabo, giapponese Swahili, italiano, greco, indo, russo, portoghese Quel dizionario in qualche modo è nelle mie mani Ma è sempre complicato capire gli umani Una mia ava era una donna alta un metro e dieci Frequentava romani, galli, egizi e greci Il suo corpo era piccino, ma pieno di calore Sottomise tutti quanti, anche un imperatore Dalla mia ava ho imparato che non c'è potere Che resista all'arte buona di dare piacere [Ritornello] [Strofa 4] Nel mio albero genealogico quasi alla radice C'è una donna di Bretagna che faceva l'attrice Ma siccome solo i maschi lo potevano fare Recitava di essere un uomo per recitare Cardinale, puttana, mendicante, musa La platea di fronte a lei non era mai delusa Da quella donna ho imparato che l'identità Ha una maschera e la maschera dà libertà Puoi cambiare faccia, parte, umore e sesso Nel frattempo camminare di fianco a te stesso Ricapitolando a caso tra i miei antenati C'era uno che è vissuto al tempo dei crociati Fabbricava poi vendeva cinture di castità Era il garante tecnico della fedeltà E quando i cavalieri andavano a imbarcarsi in nave Non sapevano che lui aveva la doppia chiave Mi ha insegnato che i costumi cambiano spesso E che tra guerra e religione c'ha ragione il sesso Un mio antenato visse al tempo di Savonarola Ascoltava i suoi anatemi parola per parola Ammirava nei suoi occhi quella luce interiore Che hanno gli uomini di fede, di forza, rigore Poi però quando tornava a casa dopo i sermoni Pa**ava piazza della Signoria, via Tornabuoni Le botteghe degli artisti, bordelli, mercati: Si sentiva a suo agio tra i condannati [Ritornello] [Strofa 5] Lo zio di un mio trisnonno suonava il violino Il suo sogno era di essere un grande virtuoso Poi si innamorò di una che gli cambiò il destino Lasciò perdere il violino divenne triste e geloso Dopo un sacco di anni che stavano insieme Quando aveva rinunciato al suo sogno di artista Lei se ne andò via con i profumi e le creme E si mise con uno che faceva il violinista Mi insegnò che rinunciare all'ambizione è sbagliato Che poi la dea si vendica se c'hai rinunciato C'era un matto che faceva sculture di vento Si fermavano a guardarlo quando in movimento Modellava ogni dettaglio della sua opera d'arte Dopo un po' la fissava seduto in disparte Quasi sempre scontento del suo risultato Con un soffio distruggeva quel che aveva creato E la sera la gente a casa ritornava Con scolpito negli occhi il matto che danzava Mentre lui andava a letto sempre insoddisfatto Proprio come un uomo, proprio come un matto [Ritornello] [Strofa 6] Tra i parenti più lontani c'è un bestemmiatore Ce l'aveva con Dio che gli era debitore Di favole raccontate prima di mettersi a letto Di cui tutti i bambini del mondo hanno diritto Lui era nato senza motivo apparente Tranne quello di diventar delinquente Fu per questo che a Dio volle fargli dispetto E divenne un cittadino corretto Un mio nonno combatteva le battaglie di Troia Un altro faceva l'aiutante del boia Ce n'era uno contadino, un'altra ballerina Uno morì di vecchiaia, uno di ghigliottina Da tutti questi ho imparato la più grande lezione Niente accade due volte e per questa ragione Si nasce senza esperienza, si muore senza a**uefazione