SCENA VI La Contessa ed il Conte N. 16. Finale IL CONTE (alla porta del gabinetto) Esci omai, garzon malnato, sciagurato, non tardar. LA CONTESSA Ah, signore, quel furore per lui fammi il cor tremar. IL CONTE E d'opporvi ancor osate? LA CONTESSA No, sentite... IL CONTE Via parlate. LA CONTESSA Giuro al ciel ch'ogni sospetto... e lo stato in che il trovate... sciolto il collo... nudo il petto... IL CONTE Sciolto il collo! Nudo il petto! Seguitate! LA CONTESSA Per vestir femminee spoglie... IL CONTE Ah comprendo, indegna moglie, mi vo' tosto vendicar. LA CONTESSA Mi fa torto quel trasporto, m'oltraggiate a dubitar. IL CONTE Qua la chiave! LA CONTESSA Egli è innocente. (dandogli la chiave) Voi sapete... IL CONTE Non so niente. Va lontan dagl'occhi miei, un'infida, un'empia sei e mi cerchi d'infamar. LA CONTESSA Vado... sì... ma... IL CONTE Non ascolto. LA CONTESSA Non son rea. IL CONTE Vel leggo in volto! Mora, mora, e più non sia, ria cagion del mio penar. LA CONTESSA Ah, la cieca gelosia qualche eccesso gli fa far. SCENA VII I suddetti e Susanna (Il Conte apre il gabinetto e Susanna esce sulla porta, ed ivi si ferma.) IL CONTE Susanna! LA CONTESSA Susanna! SUSANNA Signore, cos'è quel stupore? Il brando prendete, il paggio uccidete, quel paggio malnato, vedetelo qua. IL CONTE (Che scola! La testa girando mi va.) LA CONTESSA (Che storia è mai questa, Susanna v'è là.) SUSANNA (Confusa han la testa, non san come va.) IL CONTE Sei sola? SUSANNA Guardate, qui ascoso sarà. IL CONTE Guardiamo, qui ascoso sarà. (entra nel gabinetto) SCENA VIII Susanna, la Contessa e poi il Conte LA CONTESSA Susanna, son morta, il fiato mi manca. SUSANNA (addita alla Contessa la finestra onde è saltato Cherubino) Più lieta, più franca, in salvo è di già. IL CONTE (esce dal gabinetto) Che sbaglio mai presi! Appena lo credo; se a torto v'offesi perdono vi chiedo; ma far burla simile è poi crudeltà. LA CONTESSA e SUSANNA Le vostre follie non mertan pietà. IL CONTE Io v'amo. LA CONTESSA Nol dite! IL CONTE Vel giuro. IL CONTE Mentite. Son l'empia, l'infida che ognora v'inganna. IL CONTE Quell'ira, Susanna, m'aita a calmar. SUSANNA Così si condanna chi può sospettar. LA CONTESSA Adunque la fede d'un'anima amante sì fiera mercede doveva sperar? SUSANNA Signora! IL CONTE Rosina! LA CONTESSA (al Conte) Crudele! Più quella non sono; ma il misero oggetto del vostro abbandono che avete diletto di far disperar. IL CONTE Confuso, pentito, son troppo punito, abbiate pietà. SUSANNA Confuso, pentito, è troppo punito, abbiate pietà. LA CONTESSA Soffrir sì gran torto quest'alma non sa. IL CONTE Ma il paggio rinchiuso? LA CONTESSA Fu sol per provarvi. IL CONTE Ma i tremiti, i palpiti? LA CONTESSA Fu sol per burlarvi. IL CONTE Ma un foglio sì barbaro? LA CONTESSA e SUSANNA Di Figaro è il foglio, e a voi per Basilio. IL CONTE Ah perfidi! Io voglio... LA CONTESSA e SUSANNA Perdono non merta chi agli altri nol da. IL CONTE Ebben, se vi piace comune è la pace; Rosina inflessibile con me non sarà. LA CONTESSA Ah quanto, Susanna, son dolce di core! Di donne al furore chi più crederà? SUSANNA Cogl'uomin, signora, girate, volgete, vedrete che ognora si cade poi là. IL CONTE Guardatemi... LA CONTESSA Ingrato! IL CONTE Ho torto, e mi pento. LA CONTESSA, SUSANNA ed IL CONTE Da questo momento quest'alma a conoscermi/conoscerla/conoscervi apprender potrà.