IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI Un dí, s'io non andrò sempre fuggendo Di gente in gente, mi vedrai seduto Su la tua pietra, o fratel mio, gemendo Il fior de' tuoi gentili anni caduto. La madre or sol, suo dí tardo traendo, Parla di me col tuo cenere muto: Ma io deluse a voi le palme tendo; E se da lunge i miei tetti saluto, Sento gli avversi Numi, e le secrete Cure che al viver tuo furon tempesta, E prego anch'io nel tuo porto quïete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti, l'ossa mia rendete Allora al petto della madre mesta.