Ho fatto i capelli bianchi insieme alla follia, chiuso qua dentro tra gli altri ricoverati. Prima fuori da borghese facevo il muratore, poi un esaurimento ed ora qui, agli agitati (additati?). No, non mi lamento, ci vorrebbe però più compagnia. Mia madre e mia sorella di me si son scordate. Quelli che corrono a trovarci, dicendo, per pietà, ti spogliano di sguardi morbosi di curiosità. Da bambino sono stato presso i frati, là ho imparato ad accordare i pianoforti, mentre qua per soddisfar la direzione, mi adatto a fare pulizia alle latrine. Non è per le sigarette o perché sono alienato se mi slaccio i pantaloni davanti alla finestra, ma mi fa sentire uomo, ancora un po' considerato, qualche gioia io l'ho avuta solamente dall'amore. Ma qua dentro son guai solo che tu ne parli! Perché gli attori solo ed i cantanti, possono aver per sé tutte le amanti? Quando dico queste cose, mi insultan le infermiere, ma vanno nel letto del marito, loro, tutte le sere. Neanche le tue cose, solo, ti lascian fare. E' subito lì una pillola da inghiottire. Chimica camicia di forza per congelare in un ghetto i tuoi pensieri di anormale. Anche se sono vecchio, ubriaco e pazzo, io voglio una donna che mi accarezza. Mi contenterei di una di qua dentro, tra digraziati capiremmo l'altrui lamento. Se qualcuno mi aiuta, tutto si ricompone.