Ecco. Mi dissero qualcosa. Ma io non c'ero, stavo evaporando, e poi di quando in quando, la testa fra le mani, strapparsi i denti a mordere gli asciugamani. Ecco che mi dicevano di desiderare ma non sapevano che avrei divorato tutto, io sono l'angolo supplementare. Ho divorato i sogni e poi sputato l'osso, e vagando nel buio mi appigliavo alle ombre, ma intorno c'era solo ghiaccio crudo e grumi di carne con le bandierine della norvegia sopra ereditati nascendo, ma corrosi da un continuo pa**aggio di stato. Spruzzarsi l'arancio nelle ferite. Spruzzarsi l'arancio negli occhi e nelle ferite. Ho combattuto la forza di gravita'. L'avrei anche sconfitta, ma poi mi ha risucchiato il vuoto, che' il vuoto non si da' in natura ma nel mio stomaco si da' eccome, perche la bellezza e' un veleno che ti strappa il cuore. Ora accarezza il fondo, inspira questo vuoto, avverti la nota stonare. La velocita di fuga e' quella della luce, ascolta la nota stonata che accompagna me. Vengo risucchiato dall'orizzonte degli eventi, ascolta la nota stonata che accompagna me. In quel momento che sfugge al mio controllo, in quel momento asincrono per definizione, mi son seduto ed ho atteso il conguaglio, che arrivera' un giorno troppo lontano, essendo tuttora in vigore quello che noi chiamiamo il paradosso di zenone..