Dai fusti grigi Della foresta di cemento Salgono le urla sconnesse Dei riti degli ultimi pazzi mutanti Due occhi di rana Continuano a fissarmi ironici Dietro di loro l'infinito Non possono che ridere Delle nostre disperazioni Una calma irreale che sale dentro Ci svegliamo tenendoci ancora le mani Questi giorni pazzi pa**ano uno dietro l'altro Forse un giorno resterà qualcosa Dei nostri affanni. Forse allora saremo nel corpo della rana Senza chiederci più il senso Del giusto e dell'errore (Grazie a miryam per questo testo)