k** Mauri - L'altra faccia della costa lyrics

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k** Mauri - L'altra faccia della costa lyrics

[Verse 1: k** Mauri] Ehi, sul digitale terrestre va in onda un'altra costa Una faccia lussuosa di un'isola che non è nostra Volti sorridenti che sorseggiano bottiglie costose Fanno una vita tutta fiori e rose Metà dì imbottiti di dinero spendaccioni Padani Si sentono stranieri non italiani Palme come in California, belle spiagge, bel mare Locali da milionari dove non posso entrare Ma che succede quando ottobre porta via il sole? E voi alzate i tacchi dopo quelle vacanzuole Dopo quei mesi di stagione e disoccupazione Solo cinque mesi fottuti come servitore Noi frequentiamo pure scuole da servitori (I servitori di cla**e servon grandi signori) Gli stessi padroni degli alberghi dove lavori Che a fine estate vanno via [Chorus] Noi siamo l'altra faccia di quella costa che vedi alla tele Branchi di migratori da sempre in catene Desolazione d'inverno, è l'inferno Partenza, non ci resta che abbandonare casa E di sto posto ti ricorderai due cose sole Quanti soldi c'hai lasciato e quant'è bello il sole Che di qua si impicca ai trenta, goppà Eja, perché è tutto il contrario di come credi tu [Verse 2: k** Mauri] Il succo del discorso è che chi resta muore Sotto tutti gli aspetti casa mia muore Non puoi che andare altrove in cerca della banconota Per questo al nord Europa il sardo è una lingua nota Cronaca rosa, stappa bocce di Champagne al Billionaire E dopo la festa noi puliamo a Chant'e Clair Moneta unica, una merda unica Ma chi ce l'ha non dubita e noi siamo nel baratro Tre amici su dieci vivono dalla droga Tre su dieci a Londra per lavoro e cambiare aria Tre su dieci mollano per la droga e la scuola Uno si impicca ogni tre mesi per questa malaria Intanto le riviste parlano di vips incinta Spero che perdi quattro figli e nasce mia la quinta Dopo di che andrò via da qua, via da qua Perché il destino di chi vive qua, vive qua Buona la prima, questo è k** Mauri aka Restin Pees [Chorus] Noi siamo l'altra faccia di quella costa che vedi alla tele Branchi di migratori da sempre in catene Desolazione d'inverno, è l'inferno Partenza, non ci resta che abbandonare casa E di sto posto ti ricorderai due cose sole Quanti soldi c'hai lasciato e quant'è bello il sole Che di qua si impicca ai trenta, goppà Eja, perché è tutto il contrario di come credi tu