Giorgio Gaber - Il mercato lyrics

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Giorgio Gaber - Il mercato lyrics

Il mercato è il demonio il mercato è Dio. Il mercato è il demonio il mercato è Dio. Il mercato è un mammifero strano senza niente di umano è qualcosa che cresce che ogni giorno diventa più grosso una crescita abnorme smisurata, tutta forme come una donna sempre incinta di se stessa. Il mercato è un neonato opulento ossequiato dal mondo è un bamboccio gonfiato che ingra**a anche senza nutrice non ha alcun bisogno né di cibo né di sogno siamo noi tutti la sua grande incubatrice. La chitarra suonava ogni nota pa**ava straziante dal petto e dal cuore era un urlo di rabbia però stranamente era anche un canto d'amore era un ritmo così sconvolgente per il corpo e per la mente e la sala scoppiava di gente e di grande allegria quella notte era mia. La chitarra suonava era un magico amplesso era uno dei rari momenti in cui vivi davvero e ti senti te stesso ti senti te stesso ti senti te stesso. Lui, Lui dall'alto mi guardava e osservava compiaciuto la mia vita, la mia storia. E in quel momento che io credevo solo mio mi apparve l'ineffabile sorriso di un'altra sua vittoria. Il mercato è uno squalo gigante sempre più onnipotente così bieco e spietato non ha impedimenti morali ha travolto il nemico nella furia del suo gioco uno alla volta si è sbranato gli altri squali. Il mercato è un ordigno innescato un circuito completo è la grande invenzione è l'atomica dei più potenti è una competizione tra le più disumane senza pietà per il ma**acro dei perdenti. La mia moto correva il mio corpo vibrava felice più forte del vento è una grande emozione sentirsi immortali anche fosse in un solo momento era un senso di strano furore che è difficile da spiegare io volavo e mordevo l'asfalto, era come in balia di una grande euforia. La mia moto correva ero solo al comando era uno dei rari momenti in cui dentro ti senti il padrone del mondo il padrone del mondo il padrone del mondo. Lui, Lui dall'alto mi guardava. e osservava sorridendo le mie effimere pa**ioni. E in quel momento che io credevo solo mio sentii la sua mostruosa onnipresenza in tutte le mie azioni. [parlato:] Lui. Lui, il mercato è dovunque. È avido e insaziabile, non si accontenta mai. Lui per crescere ha bisogno di noi, ma stranamente non ha bisogno di gente che sceglie. È Lui che sceglie per noi e determina la nostra vita con la sua quotidiana, invisibile presenza. Ma se un giorno, di colpo, Lui sparisse? Se di colpo ci trova**imo esclusi da questo meccanismo perfetto così al di fuori di qualsiasi morale? In fondo è Lui che ci procura benessere e ricchezza. Che condiziona la nostra vita. La vita di ogni paese. Non c'è niente da fare. Oggi come oggi chi rifiuta la sua logica rischia di non mangiare; chi l'accetta con allegria subisce gravi danni alle sue facoltà mentali, cioè l'annientamento totale delle coscienze. Insomma, un uomo oggi non ha neanche la possibilità di schierarsi a favore o contro di Lui. Incredibile. Ma forse se lo si sa, se ne si è consapevoli sì può praticare questa realtà senza pretendere di risolvere le cose con un sì o con un no. Ecco la grande sfida: allenarsi a vivere senza certezze con la certezza che qualcosa possa nascere da questa nostra contraddizione. Allora forse, magari a fatica, troveremo altre risorse, allora forse si ritorna a pensare e a sognare... ...perché l'individuo non muore, resiste fra tanto frastuono e si muove nel dubbio che in fondo è da sempre il destino dell'uomo. E pian piano ritorni ad esser vivo più presente più reattivo la tua mente rivede affiorare in un mondo sommerso un percorso diverso. L'individuo non muore cerca nuovi ideali e riprova l'antica emozione di avere le ali di avere le ali… Il mercato è il demonio il mercato è Dio. …di avere le ali di avere le ali di avere le ali!