Franco Negrè - Pace lyrics

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Franco Negrè - Pace lyrics

[Intro] E certe volte non lo so se per pigrizia o per avidità Faccio discorsi al limite dell'ovvietà tipo che: Amo chi mi ama e annullo chi mi odia Ma il paradosso sta nella normalità Perché finisco con l'amare chi mi odia E per penalizzare chi mi ama Del resto la mia vita è fatta anche di questo E la mia pace è diventata un fatto complicato [Verse 1: Franco Negrè] Mo' lascio tutto come è dischi Tazze di caffè e whisky Tristi giorni senza te senza più rischi Senza neanche esserci più visti o incontrati Sguardi mai più incrociati Siamo sprovvisti dei nostri sogni e dei ricordi un po' più vecchi Non ho più il back up dei dati Ora mai questi animi qui vanno sempre nella stessa direzione Come in un plotone di soldati Qui niente più ci lega qui niente ci si nega La verità è nei palmi di chi prega E anche se il cuore è calmo in questa giungla vai alla cieca Cercando sfoghi quotidiani chi di te proprio se ne frega Ora ne esco La pace interna è pace eterna anche se poi io non la manifesto Devo andare via fare presto La tranquillità che era la mia la riprendo torna Francesco E infatti gira e rigira Torni sempre a cercare te stesso O la tua famiglia O le facce familiari se vuoi Con cui ci si a**omiglia Quelli tipo so bene chi sei ma non come ti chiami Tanto sei qua pure domani è sicuro L'ora è sempre la stessa La gente va in [?] [Verse 2: Madbuddy] Continuano a mischiarsi i pa**i Tra ca**e spie ca**eforti, casa Blocca le solite pra**i Chi si affaccia a distrarsi Lenti a contatto col suolo solo gli ultimi a toccarsi E suona mono solo ora che aspetti che pa**i Ne faccio quattro e serve un fondo per impressionarti Impressionisti sulla fisioterapia degli arti In pezzi misti pessimisti e dai chiodi sbloccarsi Sto in pace quando non mi vuoi Come i figli degli altri Armare le molecole a non rimanerci Ma il rumore è complesso e muore quando fanno stretching È la paralisi del tempo dello spazio e nello spazio tra le mani puntiamo a ripossederci Quando restare sulle cla**iche presente Intascare cinquanta ma**ime E riscrivere l'arte del niente Ma questa pioggia ci lascia sotto un balcone A respirarci a fare finta di leggerci nella mente [Intermezzo: Stokka] E alla fine la testa non è l'anima E ci impegnamo a cercare una stabilità mentale Trascurando il resto.. noi stessi Nel buio del nostro caos bilocale Che l'unico rumore è masticare E lo ricordo perché è l'unico momento in cui ce ne stavamo zitti E se è vero che la cioccolata è un antidepressivo Si salvi chi può [Verse 4: Ghemon] Tutto ritorna alla sua casa madre Mentre a me restano le fitte della fame Svuoto soffitte per trovare la mia pace Do un altro morso a questo pane che ha già tre giornate Basta microporzioni surgelate Molecole di segale e di semole e di sedano E bicchieri tanto colmi che non mi dissetano Mangio dei piatti che mi segano in due lo stomaco Ma l'appetito non lo sedano E il mio nervoso ormai è diventato un fatto pa**ionale È un modo di affrontare il mio pa**ato Di predeterminare il mio futuro Per dire che ogni fatto eccezionale Infondo già l'avevo immaginato S-s-somatizzare Mangiare come fosse il modo per ricordarsi come dimenticare S-s-sprofondare Con il telecomando ed il cucchiaio E l'incubo delle zanzare [Outro: Stokka] Cosa cercavi? Cerchi spiegazioni, cause Soluzioni È tutto dentro le immagini che vivi ogni giorno Tutto dentro queste immagini Stokka Buddy alias Tasters Franco, Ghemon Scienz È tutto qui