In cinque m'han legato le mani m'han portato tra queste mura fuori all'entrata c'è scritto casa di cura. M'avevan sentito intonare un coro con le voci squillanti del bosco proprio quando nasceva l'eco che io conosco. Voglio tornare là dove scende il sole a dirigere la grande orchestra del bosco per sapere dall'alba e dal suo tramonto il perché non si incontrano mai. Eccomi rugiada sono prato anch'io appena voltano gli occhi scappo via ma questa notte con te voglio fare l'amore gli altri usano ancora le parole. LE cinghie le hanno strette più forte ma più forte è la mia nuova gente abbiamo imparato a parlare con la mente. C'è Giulio Cesare che ci suona il violino Garibaldi fa i ritratti a metà la Regina del piano di sotto si veste da amante. Oggi hanno indovinato anche queste voci e le chiamano di nuovo pazzia han già deciso che sarà per domani mi porteranno giù in chirurgia. Eccomi fratelli sono matto anch'io finalmente diventato uno uguale e ora addio rugiada e vento e prato e sole gli altri hanno il camice bianco e la mente normale. In cinque m'han legato le mani e sapevano di me così poco un urlo e da allora non ho capito più.