Si scrivono da sè, non ci fanno andare via; ci tengono a giocare con la musica. E poi ci commuoviamo, ma vestiamo di pudore pensieri che ci spostano da qui. E riempiamo le pagine di lacrime e bugie, che spiegano ciò che saremmo noi. E raramente poi facciamo centro nella verità , ma coloriamo i nostri limiti con certe poesie. Più di così, non so se ci consentono di fare: le parole spesso non racchiudono le idee: in un viaggio così breve, con troppo lunghe soste, quasi nulla si presenta facile. E la vita contraddice "Bon voyage", e tutto tace; si confondono le immagini di lei che non è soltanto un volto e nemmeno un'abitudine. E' lei che si moltiplica per te: non mandarla via per nuove caratteristiche, potrebbe non tornare indietro più. Non fare più valigie tra biglietti e pa**aporti, quella nave che trasportano sei tu. Si fermano qui tra i progetti di fuga, tra domestiche magie e romanticismi i misteri di una vita tra le circostanze ignote che ci tratterranno qui, con la memoria