Ai confini della realtà tra l'Umbria e le Marche Si erge il ma**iccio del Monte Vettore, il più alto dei monti Sibillini Appena sotto la cima di quasi 2500 metri c'è una pozza d'acqua che gli ottimisti chiamano lago E che si trova a cinque ore di cammino dal più vicino luogo abitato La leggenda narra che il lago di Pilato porti questo nome perché di Ponzio Pilato ne sarebbe il sepolcro Ma non abbiamo prove storiche a riguardo Nel deserto di quei monti impervi si è sviluppata una forma di vita del tutto originale Che da molto tempo viene controllata con rigore scientifico Applicando un metodo di repressione altrimenti chiamato "tutela" Nelle freddissime acque del Lago di Pilato vive dunque un antica razza di gambero Il cui unico habitat conosciuto è quello specchio gelido e inospitale Scoperto durante il secolo scorso il chirocefalo è da allora oggetto di attenta sorveglianza A garanzia non sempre disinteressata della sua sopravvivenza a rischio di estinzione Il desiderio del caparbio crostaceo di uscire dal suo lago per combattere il pensiero dominante E' infatti una delle forme più originali di resistenza conosciute Un simbolo della lotta per l'autodeterminazione contro un sistema Che chiama ambientalismo quella che in realtà è un'imbarazzante difesa degli status quo Ogni giorno la "reazione" monta la guardia nel parco dei monti Sibillini Scruta il lago e quando il gambero sedizioso tenta di uscire dalla sua vasca per conquistare il mondo Un urlo echeggia dalle rive per tutta la vallata Un urlo contro quelle giuste ambizioni di emancipazione Il grido: "FERMO!!!" Imposto dal forestale marchigiano all'invertebrato in fuga da quell'eterna palude Reclama la vendetta di ogni sincero democratico per l'ultima speranza di riscatto ormai rimasta E troppo lungamente Costretta in prigionia