Ehii!! C'è nell'aria qualche strano incantesimo!? Una sorta di febbre, innumerati campi, le strade di fuoco! La gente scopre che nel cielo quest'anno apparirà una primavera feroce! E si abbandona ad una frenesia dolcissima, mentre esplodono nell'aria petardi, castagnole, mani frenetiche, battiti! Ritmo! Nervosi, l'aria penetra nelle narici, come una pozione meravigliosa, o rigenerante. Dalle viscere della terra si sprigionarono degli strani vapori, e come per incanto apparvero le roulotte dei comici e degli attori, che come grappoli d'uva nera fin troppo fermentata zampillavano fuori dai solchi, in preda ad una gioia scatenata. Vennero verso il paese sfarcendo ritmi, profumi e canzoni. Annunciando alla gente che aveva inizio la più strana di tutte le rivoluzioni. Il popolo sarà sovrano, avremo tutti pani e giochi. Gonfieremo la notte con tanghi, tarantelle e la luce dei fuochi. La lotteria degli zingari indicò Eliogabalo come nuovo imperatore, lo festeggiarono giù al mercato al suono di mazurche e pianole e da quel momento le sorti del paese furono affidate alle carte e all'astronomia, le bancarelle del porto vendevano menta e formule di magia. Perchè l'eliogabalo dimenticò il pa**ato, spazzò via il futuro! E tutto intorno al presente in silenzio costruì un enorme muro! Dicendo alla gente:"non sporgetevi a vedere le carte, predicono un brutto male, non pensate più al domani, da oggi sarà carnevale!" e per dimostrarlo prese un ballerino e disse "ecco il nuovo capo dei carabinieri!". Insegno alla polizia i poeti, i pittori fiamminghi e gli anichi misteri! trasferì i soldati dall'accademia militare all'accademia di belle arti! dove le loro divise scoppiarono in mille colori dalle mani dei sarti! Carabinieri radiosi murati, costumi teatrali, in caserma celeste a progettare carri armati a pedali. E quando Eliogabalo entrò nelle cattedrali cacciò via i sacerdoti e fece salire i matti a parlare, altari ormai vuoti, e allora secoli di prediche furono coperti da parole divertenti, frasi rituali cancellate da poesie riverenti, il calice stracolmo di cioccolatini e confetti ma il vino rimase, la gente dichiarò "adesso si che preferiamo le chiese alle nostre case!!" E quando le ballerine presero per sempre il posto dei chirichetti, e sui sacri affreschi del duecento comparvero dei grandi fumetti, allora la gente lo giuro cominciò a divertirsi sul serio! Se ne fregò del bene e del male ed imparò a vivere con un suo criterio! I quartieri illuminati con un immenso bracere, la festa impazza, i canti sventolati come bandiere, la gente pone il cielo, il sole e la luna, riempie le strade con in mano le carte della fortuna.