Carlo Credi - L'isola lyrics

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Carlo Credi - L'isola lyrics

Si stava bene nell'isola, si viveva beati, si cacciava e si pescava, tutto quel che vi cresceva si prendeva e si mangiava, gnam gnam. Si stava bene nell'isola, si girava tutti nudi, se una coppia si piaceva, non appena s'incontrava dentro ai boschi si faceva, zuk zuk. E i bambini nascevano in gran quantità, ma non figli di nessuno, no, no, erano figli di comunità. Poi un giorno nell'isola è arrivato uno strano, dal colore un po' malsano, una pelle sulla pelle, lo sputafuoco in mano. Volle parlare al capo dell'isola, parlò di forme civili, ci guardò nei genitali e la vita da animali (la ragione di tutti i mali) condannò. Ci regalò le maglie, gli slip... ci fece lavorare, ci parlò del guadagno e così imparammo a rubar. Lo zuk zuk di nascosto e imparare il catechismo, Gesù, e poi le parole nuove: ammazzare, fornicare, guerra, razza, re, colore, Zulù. “A ciascuno il suo posto” – a ciascuno che cosa? “Al nemico il perdono”– il nemico? Il cattivo, il medio, il buono, il padrone e il villano, il pagano ed il cristiano, la virtù. Gli altri negri ci chiamavano “la tribù dei culi molli” e qualcuno più inumano “la tribù del Vaticano”, no, no, no! È una vita d'inferno, se ti muovi fai peccato; col cervello rovinato, finalmente abbiam capito che ci aveva abbindolato. Gesù disse: “Sarà salvo solo chi il mio corpo avrà mangiato” e noi gli abbiamo ubbidito: una sera, per divario, ci mangiammo il missionario. Se quel bianco elegante era buono così chissà quello ruspante che piattino da ricchi-cchì!