[Verse: William Pascal]
A soli dodici anni via dal Senegal, Italia oppure America
Sceglie la prima, gl'interessa l'epica dell'epoca
Studia Tito, Livio, Ovidio e Seneca e qualunque uomo nuovo che non giudica ma medita
Ai primi tempi rimpiange l'America, qui c'è chi predica
Lo guarda storto dentro il bus della domenica
Chissà se è il suo colore a far paura a chi lo evita
Se sbaglia tutto sguardo, cuffie e la postura scenica
Poi gli danno un nome, Nerone, niente replica
Brucia solo cartine a Roma in zona periferica
Cresce in un quartiere dove respira aria fetida
Ma il sole coi suoi raggi scalda l'alba più esoterica, patetica
La vita in solitudine lì è gelida
Ricerca gente, gira come un'elica frenetica
E' impossibile che un'attitudine dopo si eredita
Però la musica accomuna l'anima alla verità
Si fa amici con il fumo buono perché leviga
Il dolore dentro al cuore che ogni momento gli penetra
Cannetta terapeutica, in compagnia di Erika
Sboccia l'amore come un fiore mentre fuori nevica
Scorre lento il tempo, ogni giornata pa**a identica
La stessa tecnica senza nessuna scossa elettrica
Mette impegno, serve ingegno ma qui si dimentica
Che in Senegal c'è chi si vendica se non si mendica
Pensava ad una laurea data l'aura enciclopedica
Ma poi ha capito che qui non si vive anche se lo si merita
A volte pensa a una vita diversa, a una realtà più intensa
Meno stessa e non per questo meno spessa
E' appeso a un filo che si spezza tra i giudizi altrui
Il clima di tensione è sempre quello, sono giorni bui
Al lavoro sempre peggio, fino al giorno in cui
Lo perde, resta senza un soldo, per colpa di lui
Figlio del direttore, trentun'anni, scarpe nuove
Quell'atteggiamento da sorriso finto pure quando piove
Il mondo muore col suo amore, perde anche l'amore
Erika pensa a un altro, Dio ba*tardo, chissà cosa vuole
Nonostante tutto, aspetta ogni mattina il sole
La sua luce nei suoi occhi riflette un mondo migliore
Prende la penna, un foglio con un pezzo del suo cuore
Scrive una canzone che lo porti altrove, chissà dove
Da sole escono parole di rabbia e violenza
La sua vita raccontata in rima, è la sua essenza
Non sa come ci arriverà a domani, non ha piani
Ha solo mani pronte a stringere d'amore nuove mani
La storia di Nerone, di un leone d'Africa
Che sa trarre la forza che è nascosta in una lacrima
E per quanto sia difficile la vita è strada
Non si abbandona al furto né alla bianca né alla spada
Lavora part-time, è prison-life ogni cazzo di giorno
Ma Nerone ha un sogno: dimostrare al mondo che non c'è bisogno
Di odiarsi e di farsi la guerra l'un l'altro
Il mondo vorrebbe ascoltarlo ma non ha orecchie per farlo
Quindi serve alzar la voce e urlare sempre più forte
Ma tanto questa vita qua è solo un viaggio per la morte
Nerone l'ha capito insieme a tanti altri
Ma moriranno tutti quanti e sarà troppo tardi
Ed è già troppo tardi