Giovani si nasce, non ci si diventa
Morto l'11 novembre, nato il 23 dicembre
Lo diceva quel signore seduto alla stazione,
Non è vino, c'è Dio in quel cartone,
Ma che soddisfazione
E tutta la pensione vola in un pomeriggio,
per un gran lavaratore non c'è peggior supplizio
Alla fine un dissidente, per sua stessa vocazione,
è destinato alla persecuzione
Lo chiamavano Dalì
Dalì era il soprannome soltanto per i baffi
Il bingo una pa**ione recente, ma negli anni
biliardo in gioventù, nevrosi da marito
E la bara avvolta in una bandiera
Nessun tricolore, soltanto rossa e nera
Dalì
Se un giorno tornerò, che non si può mai dire,
e mi vendicherò di tutto quel patire
e di tutta questa gente, che nessuno è innocente
e Dio, magari sono io, magari anche no
Io c'ero anche riuscito a far quadrare il cerchio,
le scarpe a mio figlio, una moglie nel mio letto,
ma un padre si dimentica, un uomo si consuma,
e alla fine è una grossa fregatura,
Lo vedrete anche da voi
La vita è un'avventura, ma non esiste cura
Di essere normale tu non aver premura
Dalì
Dalì
Dalì
Dalì
Dalì