Ho camminato molto lungamente,
lungo i sentieri della mia mente
in una via precedente,
quando in un'altra vita fui serpente.
Un serpente a sonagli
Tra gente che, senza le orecchie,
era nata.
E che usava la musica
Per vendere un'aranciata
Ed io fischiavo, cantando
La ruggine del cielo sempre più rosso.
E il diluvio venne un sabato alle tre
E nell'arca non trovai un posto anche per me,
nell'arca di Noè.
Sulle colline di speranze stanche
Son stato un cigno dalle ali bianche,
volando sopra un'insegna finta,
cercando di insegnare la mia tinta.
Ma la gente era ormai
Del colore piovuto da ciminiere
E si credeva nata dall'utero di un cantiere
Ed usava il mio bianco vivo
Come lo slogan di un detersivo.
E il diluvio venne un sabato alle tre
Ma nell'arca non trovai un posto anche per me,
in quell'arca di Noè.
In altro tempo di un'altra era
Son stato rondine di primavera,
cambiando nido con il tempo incerto,
d'inverno andando al caldo nel deserto.
E la gente, sicura, fece nidi di pietra per ogni stagione
E viaggiava solo in un'allucinazione,
credendo io fossi solo il frutto bacato d'un illusione.
Ma il diluvio venne un sabato alle tre
E nell'arca non trovai un posto anche per me,
su quell'arca di Noè.
E tra le nebbie di un tempo glaciale,
tra vette di un'aurora boreale,
volando verso un sole orientale,
son stato anche un'aquila reale.
Ma la gente sprovvista,
Che certo di un'aquila non ha la vista,
nella guerra mi usava
come simbolo di conquista.
Mentre io su questa bandiera
Di quella storia non ero affatto fiera.
E il diluvio venne un sabato alle tre
e nell'arca non trovai un posto anche per me,
sull'arca di Noè.
Ora sono un uomo e non un fiore,
la terra non mi ha dato il suo colore
ma forse nacqui solo tra il cemento
o nel cratere di un vulcano spento.
E non vedo gli uccelli volare comunque intorno a me
E la gente tutta non chiede che ora è,
mentre io, che l'orologio sento,
aspetto sempre il vecchio appuntamento.
E il diluvio verrà sabato alle tre
Ma sull'arca non ci sarà posto anche per me,
non ci sarà posto anche perché
non mi chiamo più Noè.