Lontano di troppi universi, Dopo i mondi dispersi, Lontano oltre ogni vero, Dove si perde il pensiero, Lontano è un immenso, Oltre il balzo nel tempo, Lontano così come quanto, È anche il tavolino qui a fianco. Lontano è anche un dissenso, Sulla vita ed il suo senso, Lontano è un modo di fare, Vedere, sentire, giocare, Lontano è indossare lo stato di un ruolo che si è conquistato, Lontano perciò e così tanto, Anche il tavolino qui a fianco. Quando anche il vero è vergogna, Perché infittisce la menzogna, Forse è meglio districarsi, Sbattersi del vero degli altri, Le parole non valgon le navi, Disperse fra gorghi stellari, Ma la solitudine di un cielo siderale, È forse la menzogna più grave. Nei segnali a piccoli sorsi,
Dispersi come discorsi, Un genio si vende per niente, O un cretino si gioca la mente, Di là dai pianeti del Sole, Le sirene fan quasi le prove, Mentre già si leva un canto, Dal tavolino qui a fianco. Se ogni rapporto è una merce, Il senso del vero si perde, Non è un fatto oscuro Che c'è bisogno di una mano nel buio, Ma a portarla poi sono in tanti, Ma in odore di negozianti, Mentre c'è chi ascolta il nostro canto, Dal tavolino qui a fianco. A proportela poi sono in tanti, Ma in odore di negozianti, Mentre c'è chi ascolta il nostro canto, Dal tavolino qui a fianco, A proportela poi sono in tanti, Ma in odore di negozianti, Mentre c'è chi ascolta il nostro canto, Dal tavolino qui a fianco.