G.Allosio
F.Guccini/G.Allosio
Certo ha ragione il signore
se dice che siamo in un film
dell'ultimo periodo,
dove i banditi pentiti confessano
se non li processano
e così fra le macchie di sangue la vita è la solita
e fa "audience" se in più c'è la scena
del k**er che vomita.
Sa com'è?
E' bello fare del cinema
anche se, lì da imputato
c'è qualcuno che crede di esser nel cinema muto,
è bello fare del cinema,
ma piuttosto che sparare
siam rimasti nascosti a guardare.
A guardare cos'è che ci aspetta alla fine del tunnel,
dei riflussi riflessi su certi pacchetti di Camel,
quando tutto è soltanto un ria**unto di modi di dire,
quattro quarti di noia disposti comunque a finire;
l'inflazione però non finisce e ci rende cattivi,
non c'è niente che valga la pena e così siamo vivi.
Ma che cos'è
che ci fa fare del cinema?
Forse questa depressione
o l'istinto di conservazione.
Noi, si va a fare del cinema,
e quando vivere è un problema
rifacciamo da capo la scena..
Sì devo dire che ha proprio ragione il signore,
c'è una crisi tremenda che investe l'intero settore;
è che il pubblico vuole si parli più semplicemente,
così chiari e precisi e ban*li da non dire niente.
Per capire la storia non serve un discorso più grande;
signorina cultura si spogli e dia qui le mutande.
Sa com'è, Lei,
deve fare del cinema,
mica roba pervertita,
ma un soggetto che serva alla vita;
facciamo tutti del cinema
ma piuttosto che parlare
si rimanga nascosti a pensare.
Ma il gestore di un piccolo cine di periferia
mi diceva che è tutta la vita che aspetta un'idea,
un'idea piccolina che verso il finale si evolve,
nella madre di tutte le storie, l'idea che risolve;
quel soggetto che senti nell'aria e potrebbe arrivare
proprio quando hai già chiuso il locale e cambiato mestiere:
sa com'è, è bello fare del cinema,
tanto sa: facciamo tutti del cinema.