[Verse 1 Don Diegoh]
Appena sveglio l'occhio stanco fissa un altro foglio bianco
Più delle notti pa**ate in piedi pensando
Specchiandomi nel fondo della tazza di caffè
La chiazza è nera come il periodo che sto vivendo
Come inchiostro che resta dentro la penna e mi domando
Se vale la pena descrivere il mio silenzio
Cerco ispirazione ma so che non va a comando
Anzi spesso la stimola il paesaggio che osservo
Un sole di pa**aggio trafigge il grigio del cielo
Del fumo di ogni sigaretta che spengo sul palmo
Il dolore mi sta procurando un livido violaceo
Ma cerco resistenza in un carattere coriaceo
E sto in pace mò che nella stanza c'è un cono di luce
Esattamente là dove lo sguardo mi conduce
La scintilla è nelle mie pupille e il giallo mi seduce
La mente stampa immagini e non ha bisogno di cartucce
Segue le variabili cromatiche del mondo
I colori danno forma alle figure sullo sfondo
A volte così astratte che il senso va perdendosi
Ed ogni sfumatura è un'eterna metamorfosi
Il marrone della terra che calpesto (che calpesto!)
In un attimo diventa il blu del cielo quando è buio pesto
Quando è troppo tardi per uscire tra i palazzi
E ancora per parlare con se stessi è troppo presto
Io resto con la biro in mano scrivo e cancello
L'inchiostro si fa fango il testo è la scultura che modello
Chi dall'altra parte percepisce ciò che ho dentro
è una tela che avverte i baci delicati di un pennello
(?) le tinte sporcano la punta
Comunicano simboli alla superficie unta
Ogni linea lacrima sul volto e lascia un segno
Ogni giorno è un punto in questa vita che disegno!