Giungo dalle steppe mie care
Stanotte, del buio col favore.
Com'ella, dall'arido mio cuore
Nessuna sì mi fu dato amare
Così meditando andava il lupo
Guidato dal chiaro della luna
E come s'appressava alla padrona
L'animo via via si fea men cupo
Mio diletto, la tua bocca sa di sangue
Ed è questo un mesto tratto tuo avito
Ma un barlume di purezza pur sopito
Nel tuo petto gramo e fiero giace e langue
Madama, tal è la mia natura
Io certo non scelsi d'esser fiera
E supplice, in questa notte nera
Asilo chiedo appo la tua verzura
E dimmi, orsù, che posso fare,
S'il mio cuor davvero può esser puro?
Dimmi se può il mio animo oscuro
Alfin divenir degno del tuo amore.
Mio diletto, qui riposa il petto stanco:
Non temere per la tua triste sorte
Ma rifuggi la paura della morte,
Giaci finalmente qui al mio fianco.