Accogli pure i miei sputi
Duce
e dei miei quattro figli
che si sono imbragati nelle
fascine della stalla su tuo consiglio.
Accoglili come il battesimo degli innocenti
quando le cornacchie volano ba**e sui fienili
e invitano alla preghiera.
Scioglici pure da questa colpa
senza anelli alle dita
e guarda il mondo alla rovescia
mentre si gingilla col tuo pa**ato
e ti spara da morto
quanto non fece, te vivo, che debolmente.
Fatti saziare di piombo
e simpaticamente
sulla carca**a che lievita di carne
Duce, finalmente,
risparmiaci di nuovo la tua primitiva
arroganza,
magari colla faccia ma**acrata
e presa a calci
che ci ricorda gli occhi dei buoi morti
di due giorni
io poeta della
campagna emiliana
non laureato