È che siamo messi male, non c'è da lavorare
in ‘sto merda di mare
non trovi un pesce o un'idiota
che riesca a nuotare.
È che siamo attaccati ai nostri
lavoretti saltuari
quasi come agli orari
di piazza De Ferrari.
È che siamo disposti in un modo o nell'altro
ad andarci
con l'a**urda frequenza
da circolo ARCI
e ci offriamo un caffè pieno di sottintesi
giocando con tristezza
a fare i genovesi.
E Genova aveva dei figli marinai
sfidando il mare aperto
volantinavano a viso scoperto.
E Genova, Genova a volte
ne parla nei bar
piena di sottintesi
perché non li hanno presi.
E in ‘sto merda di mare
non c'è un pesce che riesca a nuotare.
Incurabilmente ammalati di sogni
costretti a pensare
alla Primula Rossa che faccia perché
non c'è niente da fare,
immancabilmente decisi
a non fare più niente.
Bisognerebbe sperare, sparare, sparire,
nascondersi in mezzo alla gente.
Bisognerebbe tentare qualcosa,
qualcosa che resti
sopra i mostri datati d'inchiostro, di colla
dei vecchi manifesti
come le date di ottobre
che perdono sempre più il senso:
riprendiamoci il mare
torniamo a pescarlo da noi
incredibile e immenso.
E in ‘sto merda di mare
non c'è un pesce che riesca a nuotare.