Qui sull'orlo dei binari
seduto su una banchina di marmo lunga fino a Milano
fantasma di un fantasma di stazione inesistente chiamata
Roma Nomentano
un punto in mezzo al niente
un mondo in un mondo
intorno a un mare maledetto di cemento
che a cento all'ora centomila treni navigano in corsa
incontro a un altro giorno
e intorno a me solo il calore dei colori
di sogni raccontati sui muri dai graffiti
il calore dei tuoi colori
perché il tempo che pa**a non può più cancellarli
dolce compagna di strada! avrei voluto più tempo
so quanto avresti voluto più tempo per parlarci
per abbracciarci
e oggi qui sull'orlo dei binari in questo giorno
rincorro mille pensieri
e ho da farti un duro racconto
hanno bussato alla mia porta di mattina presto
e ho saputo quello che era successo nella notte al Corto
quando ero lì ho visto
un inferno un incendio un inferno di lamiere
e sotto le macerie un fiore
alcuni piangono altri non parlano
in questa sporca terra d'armi
d'intrighi ingiustizie di mercanti d'inganni
e adesso che guardo attraverso questi anni
sento quanto ci sono dentro
così forte sento a quale parte appartengo
giorno dopo giorno
ho perso il conto del tempo
non posso fermarmi mi urlo
mi urlo di andare avanti
e ti voglio dire
ti voglio dire anche se non lo so se non mi senti
voglio dirti lo stesso
che se non possono più esserci lunghi sorrisi
in questa valle... non chiederò chi è legale chi illegale
se nella vita così è il nostro viaggio
non posso tornare a mani vuote al mio villaggio
storie umane nelle mille storie umane
e ogni volta e ogni volta possono fiorire o finire
e ogni volta c'è sempre
chi ha davvero voglia o si sforza di capirete chi finge soltanto o soltanto
non ha nessuna voglia di capire ricordo come un'onda di ritorno
quanti personaggi troppi personaggi
le loro facce somigliarsi
e il loro vestito... non sempre quello del nemico
dividere divisi fino all'infinito
così forti coi deboli deboli coi forti
qui sull'orlo dei binari
il sole ha lasciato solo il colore arancione
sulle mille storie umane
a uno a uno
su tutti quelli che non mi sono mai lasciato dietro
i miei fratelli
che non mi hanno mai lasciato dietro solo
nel calore di un momento che non lascia il posto al vuoto
e cammino pa**o dopo pa**o
su questa banchina di marmo
quando guardo verso l'alto mentre un lampo sfreccia
proprio sopra la mia testa sul Ponte delle Valli
una luce azzurra lampeggiante con un urlo regolare
a intervalli
e in un istante come a San Lorenzo
penso a quella macchina
volante giù da questo ponte
e in un secondo ricordo quel giorno
i maiali le facce dei nostri guardiani
grondanti piacere per quello sporco mestiere
le loro voci per radio io dentro quell'auto
sperando di uscirne più vivo che mai
soffrendo disprezzo
contando le varie possibilità
sulle domande di quei fottuti gratuiti giudici
così tanto lontani dalla vita di Militant A
quante domande mi affollano la testa
io sono solo quello che sono
un uomo nella terra di nessuno
conosco il prezzo alto della coerenza in questa terra
di volta in volta sento chi la abita al fianco
e conosco bene il volto di chi la calpesta
l'ho visto troppe volte contro
vivendo come di notte il giorno e di notte ogni notte
guarda come arrivano le risposte
scorrendo lasciano scorrere questo testo
verso dopo verso sopra quello che penso
sopra il silenzio
e non è finita
se parliamo così è perché è la nostra vita
e non sono mai mai stato così lucido come adesso
adesso che non posso fare altro
che camminare pa**o dopo pa**o senza vie di mezzo
ad alta voce
con un sorriso dentro
e ora vado
per non tornare nel villaggio a mani vuote