Giorgio Gaber - Il sogno di Gesù lyrics

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Giorgio Gaber - Il sogno di Gesù lyrics

Quando si è un po' filosofi non si sogna mai a caso. Ero una specie di Diogene... con una lampada in mano. In un posto che poteva essere Roma. Cercavo l'uomo in questo sgretolamento... Sento cantare da lontano... Sarà Claudio Villa. Si avvicina... Non era Claudio Villa... più moderno. Era Gesù! Cristo! Bello, luminoso, stupendo, capelli lunghi, un filino di neon intorno... che fa: bzzzz... L'avrei baciato. No, gli porta male. "Maestro, qui è un disastro, manca lo spirito! Guardi, guardi, lei che se ne intende". "Figliolo, non avete capito niente!" credevo fosse più gentile, "Non è una problema di spirito. Il segreto... sta nel corpo". Com'è semplice, lapidario... sempre stato. Si capisce tutto, altro che Hegel! "Sì, maestro, d'accordo, via lo spirito..." Toh, Hegel! "Ma anche come corpo qui... catastrofe! L'ha letto l'IO DIVISO... catastrofe". "E io, ai miei tempi, cosa credi abbia trovato? La decadenza, lo sfasciamento... io me ne intendo di sfaceli. (canta) Oh, oh Roma!" Spiritoso Gesù, sempre col dito alzato. Ho capito da chi ha preso Montini! "Ascolta Gesù, non riesco a farti capire, forse sei un po'... insomma, sono pa**ati un po' di anni. E poi tu non hai mai capito un granché di storia. Non te ne fare una croce. Sì, insomma, anche noi si tenderebbe all'interezza del corpo. Solo che le nostre condizioni storico-politiche... va be', e arabo per te... insomma l'educazione, la repressione...". Mi interrompe: "Ti capisco, ti capisco figliolo. Anch'io ci ho avuto un padre autoritario. Mia mamma mi lasciava far tutto... e mi sono sganciato. Mi sono occupato dell'uomo, mica astrazioni, e ho fatto tutto un lavoro sul corpo... Guarda qui!" (fa vedere le mani) "La Madonna! Cioè, Gesù, fatti vedere!... Non nel senso... voglio dire, fatti capire. Tu non sei famoso per il corpo, sei famoso... insomma... sei un po' evanescente". "Ma che evanescente! Sono corporeo... io. Non ci ho niente di divino. Non mi ha mai sfiorato neanche l'idea. Io vivo". "Ma questo rovescia tutto!" "Era ora! Io vivo, parlo anche poco, non è vero quello che dicono. Faccio delle cose... semplici... come respirare... un'energia naturale dentro di me, mica fuori. Quella ce l'ha il mio babbo, dicono. Non ho mai parlato di anime, io. Ho fisicizzato tutto. Basta guardare come mi muovo: sono l'unico che sa camminare in un prato". Oh mamma, come si muove bene! È tutto corpo. Bello, bello senz'anima... come noi. "Eh no. Voi siete brutti, stupidi, ideologici, mentali. Voi, anche quando parlate di corpo, siete testacchioni, distaccati. Aandate sempre di testa. Andate di corpo!". "Sì, sì, ma ci siamo mossi. Credi che non ce l'abbiamo il problema di fisicizzare?". "Le ho sentite, le ho sentite le tue storielle: magiare un'idea..." e ride. "Cosa ridi?" E lui ride ancora. "E io cosa volevo dire con la comunione? L'idea... che ti entra nel corpo. Non avete capito un'ostia! Le ho dette duemila anni fa, quelle stupidate lì. E quell'altra: chiedo scusa se parlo di mia mamma... Ho sempre parlato... di pane, io... di roba semplice. Mica teologia. È che dopo non li agguanti più. Ti credono troppo, ti capiscono male. La colpa è di quei matti che, con la scusa del mio nome, vanno, vanno, vanno, di testa fanatici, scalmanati, ne fanno di tutti i colori in giro per il mondo". E canta: "Il delirio!" Però, che orecchio! "Sì, sì, ma anche tu sei sicuro che... un po' di ideologia... no?... Quando hai detto a San Pietro... di mettere... sì... la pietra?..." "Eh sì, lì ho fatto una cazzata! È per mio padre, sai. Non ci ha mai avuto una casa. Però bella, eh?... solida. Un chiesone che non finisce mai. Perché se uno fa le cazzate, perlomeno che le faccia bene! Se penso a voi... mi fate pena. Ogni sei mesi... una chiesettina... Poi crolla... un'altra chiesettina... un'altra... Non vi dura niente la roba!". "Certo, perché crediamo nel movimento, noi!". "E allora, perché fate le chiesine?". "Già. E come si fa a non farle? Me lo dica maestro". "Figliolo, cerca di sognarti Marx. Mi dispiace, io ci ho il mio specifico ". E sta per andarsene... " Oh, oh, Roma!" "No, no! Un momento, maestro! Qui l'uomo muore!". "E be'? Che c'è di male. Tanto risorge, no? La resurrezione del corpo... Semplice!... Buona Pasqua!"