Giorgio Gaber - I Atto 5° Quadro - Effetto Giorno lyrics

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Giorgio Gaber - I Atto 5° Quadro - Effetto Giorno lyrics

A volte, quando alzo la testa dal lavoro, specie se è per qualcun altro che poi lo deve anche giudicare, avverto come una specie di nausea fisica che sicuramente deriva dalla posizione curva, ma va oltre. Ero arrivato a un punto ... che il lavoro mi disgustava come una medicina inutile. D'altronde, il mio organizzatore, Giulio aveva preso per me degli impegni che dovevo mantenere. Fortunatamente Lui, il Grigio, in questi giorni, non si era fatto vedere. Devo ammettere che dopo la storia del gallo, in un certo senso, mi era diventato quasi simpatico. L'avevamo fatta grossa. Anche se la guerra era tra noi e come sempre ci aveva rimesso un innocente, mi sembrava che ormai ci lega**e... una strana complicità, un segreto tra noi. Speriamo che il Grigio non parli... che non sia un infame. Renzo Maria De Ambris era un uomo sui cinquantacinque anni con barba e jeans che non rideva mai, e incuteva un certo rispetto non tanto per la sua severità, quanto per la sua struttura fisica. Gli raccontai il progetto. Gli feci vedere anche sul videotape uno spezzone di un vecchio film a cui mi ero ispirato, e gli consegnai il dattiloscritto. Mentre sfoglia le pagine mi accorgo che sono un po' smangiucchiate ai bordi. Speriamo non ci faccia caso. Evidentemente, al contrario di quello che pensavo, Lui ha frugato tra le mie carte. E' anche curioso... Sulla scrivania noto alcuni piccoli escrementi. Mamma mia, che vergogna... Speriamo bene!... Alla fine della lettura De Ambris sembra soddisfatto. Meno male! No, non per il testo... Non si è accorto di niente. Chiude annuendo... e con un gesto imperturbabile prende tranquillo con due dita una cacca e me la consegna sul palmo di una mano. " Grazie! "... dico " Sono contento che le sia piaciuto". Trasformazione in ' Effetto sera' Ero un po' scoraggiato. Il Grigio sapeva tutto di me, persino del mio lavoro; e io non sapevo niente di Lui... nemmeno da dove pa**ava. Non c'è dubbio, è un animale intelligente, ma non può essere più intelligente di me. Se mi impegno!. Che poi ho anche i mezzi. Se io piazzo il videotape e faccio un bel totale... della stanza... Lui arriva tranquillo... è chiaro non conosce la tecnologia... E io so che fa. A quel punto tutto diventa più facile. Siamo pari. Purtroppo mi accorsi subito che l'illuminazione era insufficiente. Ci sarebbero voluti due o tre faretti... una quarzina... Ma non ce l'avevo, non avevo niente. Pensai di puntare l'alogena. Una bella luce! Speriamo che non lo disturbi. Me ne andai a letto abbastanza contento del mio teatrino di posa. Ma dubitavo del mio sonno. Lo so, ero venuto qui per trovare la tranquillità... che forse si trova solo se non si è mai perduta. Si, dubitavo del mio sonno. Presi due tranquillanti. E' bello dormire. Tutte le persone che dormono sono tenere, forse perché ritornano bambini. Anche il più tremendo criminale, o il più meschino egoista, nel sonno... diventano sacri. Che sonno!. Mi piacerebbe addormentarmi bene, addormentarmi profondamente come un uomo contento della sua esistenza. Un uomo sereno e migliore di me. Nei sensi intendo... E non quando si crede di dormire... Non quando dormono solo le palpebre... e non io. Dopo una notte mal trascorsa nessuno ci vuole bene. Ed è giusto. Trasformazione in ' Effetto notte' Ecco perché mia madre voleva più bene a mio fratello che a me! Aveva ragione, aveva ragione lei. lo non sapevo dormire, lui si. lo da bambino ero già isterico, un ragnetto, nevrotico, ogni tanto urlavo... si, di notte... un urletto, un incubo... chi lo sa! E sgambettavo, non dormivo, non dormivo. Ero un piccolo rompicoglioni, magro, sempre teso, cogli occhi sgranati. Aveva ragione lei! Mio fratello era così tenero, rila**ato, bello. Come dormiva bene! Russicchiava, ma neanche tanto forte. Era sacro, mio fratello. Me lo ricordo... ogni notte lui era li che russava con quella tranquillità che lo faceva sembrare... un vegetale progredito. E io... IIIHHH! Giù un urlo, un urlo tremendo... IIIHHH!... Oddio, si sveglia il vegetale, si sveglia Allora arrivava mia madre, infuriata... Eccola, accende la luce e giù botte!... a me, naturalmente. E aveva ragione, aveva ragione... Per forza, il vegetale intanto si era già riaddormentato... con la luce! Dopo una notte mal trascorsa nessuno ci vuole bene. Ed è giusto. I tranquillanti... fanno effetto... Vedi, la chimica?! ... UAAAHHH! Cos'è stato? Cos'è stato? Cos'è stato? Dio, che effetto! Qualcosa di schifoso... sul lenzuolo, sul corpo... si, una bestia... dei peli, dei peli... il calore... una bestia, viscida, veloce... Sobbalzo, annaspo, accendo la luce... un attimo... la lampada barcolla, cade... buio! Era Lui... un contatto schifoso il topo, il topo... era Lui... m'è pa**ato sul petto... che senso le zampette rosa, schifose... TRRR!!! Due secondi, si, tremendi, tremendi... il pelo viscido, caldo, bagnato, repellente, repellente... Che schifo! Che schifo! Corro in bagno, scivolo, inciampo... si, il lavandino... acqua, acqua... mi lavo... Non basta... acqua, acqua! ... Si, quello schifoso mi era venuto addosso sul lenzuolo, sul letto. L'aveva fatto apposta. Non gli bastava invadermi la casa, frugare tra le mie cose... Non era curioso, era una provocazione! E pensare che mi stava diventando simpatico! ... No, voleva anche toccarmi, sfidarmi, quell'animale ripugnante! Oddio, cos'è? Un rumore... Ancora Lui?... Niente, il lavandino che perde. Meno male! Che spavento! ... Come mai perde già, questo lavandino? Non importa. Non potevo rimandare. Dovevo difendermi da Lui. Corsi al videotape. Ecco... la stanza. L'immagine non è bellissima, ma non siamo mica qui a fare Wim Wenders. A un certo punto nel video... un'ombra... qualcosa entra in campo. E' Lui. Scendeva piano e sicuro attraverso i tubi dei caloriferi. Ecco da dove arrivava! ... Ora lo so. Devo difendermi almeno per stanotte. Lucidità, follia... chi lo sa... Accendo il riscaldamento al ma**imo e vado a letto, ma senza spegnere la luce. Mi giro, mi rigiro, mi agito ancora un po'... Poi, non so bene come, mi addormento.