Ghemon - L'Unica Cosa lyrics

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Ghemon - L'Unica Cosa lyrics

[Strofa 1 - E-Green] Non sono mai stato in grado di volermi bene Di focalizzare, respirare, di riflettere, sedere 10 anni che racconto menzogne allo specchio Che inganno le mie vergogne con sdegno mentre invecchio Mai fatto goal o triple allo scadere Niente medaglie delle quali un giorno Green potrà godere Niente coppe in cameretta qualche pacca sulla spalla E una serie di sconfitte che ho scordato in fretta Mai stato il primo a scuola A parte il primo che staccava il primo grammo Per il primo pacco al primo babbo Prima del mio primo Fabio prima della prima ora Caricane un altro a caldo finché la campana suona Mai stato in grado di gestire le mie crisi E non mi sono goduto mai i miei sorrisi Nel bene o nel male mai stato negli indecisi Ora vivo coi rimorsi di quali ho bicchieri intrisi [Rit.] Mai fatto abbastanza, mostrato costanza Dato il dovuto, mai rimasto seduto Ma quando scrivo è una rivoluzione Il mondo smette di girare percepisco meglio anche ogni odore L'unica cosa che so (che so) è che fra tutto quello che non sono mai stato in grado di fare questo non è mai stato uno sforzo E quando sei con me ogni mio sbaglio scompare [Strofa 2 - E-Green] Mai stato in grado di gestire relazioni Forse ho sempre dato troppa corda alle sensazioni Mai stato in grado di amarti come volevi L'ho fatto più di quanto credi Ho pa**ato giorni in un clima infernale Odiandomi per come non mi so comportare Persone alle quali ho fatto del male Forse è per questo che oggi ho imparato a perdonare Spesso non ho dato quanto ho ricevuto Ringraziato quanto ho dovuto, ascoltato quando ho potuto Scusato a causa del mio orgoglio fottuto, a volte mi chiudo Non basta mettere il telefono che squilla e muto Mai realizzato sul lavoro E non è colpa del sistema se ho bruciato le mie chance come Marlboro Non mi sono reso conto di esser diventato uomo Ma ho sempre pagato i conti della vita al volo [Rit.] [Strofa 3 - Ghemon] Quando l'incuria fa reato e il rimedio è la cura La pistola affianco è carica e senza sicura La mente gravida partorisce i suoi mostri Quello che non conosci ti impanica per natura Tu mi hai girato come creta sul tornio A volte anacoreta da Borneo, a Bormio Non mi importava di quello che avevo attorno Che il buio più fondo tu l'hai rischiarato a giorno L'industria mi preferirebbe morto Intanto imbeve il suo panno nel cloroformio Tra pochi stalloni e pony, trotto Umile ultimo unico unicorno Sogni d'avere carriere ma in certe sere Le frontiere sono vere barriere di partenza Le mie maniere si rivelano galere Torno il mio carceriere e un cantiere è impotenza [Rit.]