nei tuoi distacchi sconfina la morale scorre a toni sommessi su un linguaggio neutrale quel che hai da offrirmi - il profilo di un perdente che galleggia a rilento nella sua pozza di niente.. NIENTE. Negli interni concentrici di un tessuto sempre uguale sensazioni intermittenti da regime artificiale, in quell'ottica da prostrato che appiattisce la gente corsie parallele per chi annuisce e non sente residui di sclerosi, omologati annientarsi sempre senza un percheÌ. Nel completare i tuoi intrattenimenti mi immergo tra le schiere del terziario piuÌ€ scadente e a**umo un contegno formale per capire in fondo com'eÌ€ provo a fingermi depresso per simulare chi dentro non c'eÌ€ a darmi un'aria intimista per sentirmi parte di te.. anche se non ho bisogno di ricordi da immagazzinare sfoghi blandi altrui, frasi fatte da contemplare. Costruiti per l’a**enza, per i “va bene cosiÌ€ - eÌ€ andata†per transitare senza guardarsi intorno per annientarsi sempre senza un percheÌ [x2] ..mentre brucio gli anni proiettato verso la mancanza di attenzioni per a**icurarmi una camera mortuaria estranea a convenevoli, occhiate sterili, riguardi per clima e giochi di luce. Brucio gli anni per poter essere depositato. Nei tuoi distacchi sconfina la morale scorre a toni sommessi su un linguaggio neutrale derivato ancestrale di famiglie sottomesse che proliferano senza un percheÌ... PROLIFERANO SENZA UN PERCHEÌ. [English translation:] [ARTIFICIAL METHOD] Your detachment leaking morality flowing in subdued tones along a neutral language what you can offer me – a loser’s silhouette floating slowly in its pool of nothing ... NOTHING. In concentric innards of monotonous fabric intermittent sensations of artificial methods, in prostrated perspectives that crush people parallel lanes of nodders who feel no sclerosis residues, true to type self-annihilation always without motive. To keep you entertained I sink into the ranks of the most cheapskate tertiary I put on my formal mask to understand how it really is I try pretence depression to mimic who is empty inside put on that understanding air to feel as if I’m part of you... even if I don’t need any memories to store other people’s bland outpourings, clicheÌs to watch over. Erected by absence, “that’s fine – it’s done now†and pa** through without looking around self-annihilation always with no good reason self-annihilation always with no good reason ... while I trash the years aiming off the radar to be sure I get no ceremony in my d**h chamber, sterile eyes, regard for climate and playing light. I cremate the years so I can be put into storage. Your detachment leaking morality flowing in subdued tones along a neutral language ancestral derivate of subdued families that proliferate without reason... PROLIFERATE WITHOUT REASON.