(F.Berlincioni - G.Belleno) E si spingono da soli con le loro grandi mani aggrappate al ferro freddo di due ruote disuguali gambe esili di cigno come fragili armature e il palazzo dei pensieri a volte, ha tante stanze buie. Sono i figli di nessuno sono uomini in germoglio sono anime più grandi obbligate al loro orgoglio ma vorrebbero cantare ma vorrebbero ballare e scottarsi sulla sabbia per tuffarsi in mezzo al mare anche i figli di nessuno hanno i cuori disarmati ed accettano la vita perchè sono innamorati e non contano i gradini però contano le stelle solo dentro i loro occhi puoi vedere le più belle. Sono i figli dei problemi che non hanno mai risposte accavallano paure ma le tengono nascoste hanno i sogni ipotecati da un presente che gli azzera ma il bisogno di sognare è la loro arma vera. E noi in quante cose gli abbiamo aiutati di quante promesse gli abbiamo vestiti soltanto uno sguardo per dire "peccato". Sono i figli di nessuno sono barche senza porto ancorate ad un ormeggio che li fa sentire a fondo ma sanno vivere in salita sanno essere importanti sanno usare i sentimenti forse più di tutti quanti. Sono i figli di nessuno sono statue mutilate sono linee di profili solamente tratteggiate e nascoste sotto il vetro di quel corpo che gli impaccia c'è un bisogno di dolcezza che si legge sulla faccia. E noi in quante cose gli abbiamo aiutati di quante promesse gli abbiamo vestiti e poi quante volte gli abbiamo ascoltati e noi in quanti discorsi gli abbiamo venduti soltanto uno sguardo per dire peccato avrebbero potuto non essere mai nati. Sono figli di nessuno solo per chi non gli ha accettati per me son piccoli fratelli dai destini delicati.