Ed ecco a voi un pezzo enfatico, tutto da gustare
No, non entrare in quella casa, non aprire quella porta, quella porta ti porta male, ospedale, cla**ica metafora di vita, due punti: non ho la chiave per aprire la porta. Evoluzione naturale della metafora, due punti: ho la chiave ma non è quella giusta. Rovesciamento dell'evoluzione naturale della metafora: la chiave è quella giusta ma non gira nella toppa, nella serratura della porta. Variante pluralista: tante porte, quale scegliere, come procedere? Variante con le chiavi: tante chiavi, molte chiavi, infinite chiavi tutte uguali, quale chiave?? Ambientazione surreale molto Dalì: arrivo davanti alla porta, giro la chiave, la porta si scioglie e si liquefa. Cortesia: permesso, fatemi entrare. Violenza: calci e pugni ma la porta non si sfonda, è blindata questa stronza!! B-movie horror: davanti a me la porta, dietro una presenza, cerco la chiave nella borsa, troppa fretta, dissolvenza, urlo di donna. Svarione fricchettone: le porte a fiori si mettono a girare, non capisco niente, dimmi quale quale quale! Variante paradossale: apro infine la porta, ne trovo dietro un'altra uguale, un'altra, un'altra. Porta a porta, guardo una porta, la mia cigola, la mia è a soffietto. La porta che porta a te stesso, aprirla comporta una scoperta: che sono uno stronzo! Alla ricerca del porto sepolto. Porto una porta quando parto, parto una porta quando parlo, giro a largo dal surrealismo, vado subito all'a**urdo: la porta è una soltanto, la chiave è quella giusta, la chiave gira e tutto il resto, arrivo al punto che dovrebbe aprirsi ma la porta non si apre lo stesso!