Un pezzo che parla di sesso
“Di che?”
Sesso!
“Ah”
O il contrario, insomma... ed è stato concepito - concepito! - dopo una serie di sobillazioni ricevute, sobillazioni magari che mi sono inventato io. C'entran delle sedicenni
Quando mi chiedi “come stai?”, oh, ragazza, è un problema rispondere (no!): sarebbe troppo lungo da svolgere, troppo per una domanda fatta per convenienza, un automatismo come il battito del cuore, la digestione, fare sesso, respirare... Aspettate! Se respirare fosse naturale come l'amore fisico, allora io sarei morto. Digerisco, respiro, espello e penso, e penso, e penso: non ha senso il fatto che io non sia accluso in un grande club! Mi sono accorto che alcune persone con problemi sono molto più interessanti, mi sono accorto che quando ho dei problemi affronto con più serenità i miei problemi, e noi, noi nati in un momento in cui sembra più vicina l'estinzione che la progressione in avanti, sentiamo poco il desiderio di avere figli, di riprodurci: quando gli slogan e le dinamiche sociali ci stimolano alla ricerca di un buco da riempire, allusivo, lascio il buco vuoto e vedo cosa succede: tanto moriremo tutti, tanto vale! Se smetto di riempirmi lo stomaco avrò poco tempo per vedere cosa succede se non riempio altri buchi decisamente più allusivi. Ovviamente, il mio corpo potrebbe spingermi a contraddirmi: potrei non morire solo come Snoopy, Snoopy è un cane. Come nelle mie previsioni, il meteo può sbagliare: forse potrebbe accadermi di scopare, spero non sia un altro episodio umiliante. Vorrei mantenere intatte le concezioni a me date della visione esterna di questo sistema, di gente che anela amore fisico, dove le profezie che si auto avverano hanno più peso di quell'attimo a cui puntano tutti gli sforzi e l'energia. Col mio discorso stimolo l'aumento di entropia
Seconda strofa. Quando faccio le cose, opero come Scooby Doo, Scooby Doo è un cane, parlo in modo che nessuno mi possa capire, mi piace pensare che tutto sia in continuo divenire: domani potrei non pensarlo più. Ma cosa te ne parlo a fare? Sembra che io voglia convincerti. Fidati di me: ho ottime referenze, sai? Io non scopo infatti, conosco i fatti, solo che i fatti cambiano: non sono mai gli stessi e se lo sono, è un caso, (paraculo) non è colpa mia. L'unica colpa che ho è il fatto di non vedere niente di male nelle persone che non fanno sesso spesso, o mai, o che non vogliono sapere cos'è: sono persone più interessanti di te. Hanno una marcia in meno, sono come i numeri negativi o irrazionali: tali numeri quando furono scoperti dai pitagorici vennero tenuti segreti, vennero uccisi coloro che ne conoscevano i segreti come gli eretici. Ah, l'antica Grecia! (Paparapà!) Ah, la repressione degli istinti che dilaga al giorno d'oggi! (Paparapà!) Vai con la compensazione e l'odio per quello che non si può avere: (paparapà!) vi odio ragazze, però con allegria! Io so gestire i cattivi sentimenti, chissà se può farlo un cane? Ti definisci intollerante, dark, credi di avere un motivo per odiare la vita, la società, ma poi ricerchi la felicità nell'abbraccio distensivo, necessiti un farmaco, un dito che indichi il tuo senso del positivo. (Come stai?) Adesso guarda me, guarda come sono tranquillo con le mie mancanze e i miei problemi, perché liberarmene? Sono gratis, sono miei, e tu non potrai togliermeli per darmi altri problemi, troia! Nel senso di cavallo di Troia, il cavallo di Troia è un cane. Ed ora, sollevato, aspetto il momento in cui si contraddica tutto quello che ho detto. Resta comunque il fatto, ragazza, che tu puoi fare lo sguardo languido e vestirti in modo provocante quanto vuoi, ma non riceverai mai un orgasmo da me, io sono un cane. Wof, Wof!