Agapito Malteni era un ferroviere viveva a Manfredonia giù nel Tavoliere buona educazione di spirito cristiano ed un locomotore sotto mano. Di buona famiglia giovane e sposato negli occhi si leggeva: molto complessato faceva quel mestiere forse per l'amore di viaggiare sul locomotore. Seppure complessato il cuore gli piangeva quando la sua gente andarsene vedeva perché la gente scappa ancora non capiva. Dall'alto della sua locomotiva La gente che abbandona spesso il suo paesello lasciando la sua falce in cambio di un martello
ricorda nei suoi occhi nel suo cuore errante il misero guadagno di un bracciante. Una tarda sera partì da Torre a Mare doveva andare a Roma e dopo ritornare pensò di non partire o pure senza fretta di lasciare il treno a Barletta. Svelò il suo grande piano all'altro macchinista buono come lui ma meno utopista parlò delle città di genti emigrate a Gorgonzola oppure a Vimercate. E l'altro macchinista capì il suo compagno felice e soddisfatto del proprio guadagno e con le parole cercava di calmarlo fu una mano ad addormentarlo.