One of Many Epilogues Oh, Ninarieddo, you remember that dream... We talked about so many times... I was in the car, leaving alone, with the seat empty beside me, and you were running up from behind; at the side of the door, still half open, running anxious and persistent, you were yelling with a touch of child-like weeping in your voice: "A, Pa', take me with you? I'll pay for the journey?" It was the journey of a life: and only in a dream did you dare to uncover yourself and ask me something. You know well that that dream makes a part of reality; and it is not a dream Ninetto who said those words, so well that you blush when we discuss it. Last evening, at Arezzo, in the silence of night, while the guard was closing the gate with a chain, behind your back, and you were about to vanish, with your smile, flashing and comic, you said... "Thank you!" "Thank you" Ninè? It's the first time you say that to me. And indeed, you notice, and correct yourself, without losing face, (an art you are master of) joking: "Thank you for the pa**age." The journey you wanted me to pay you for, it was, I repeat, the journey of a life: it is in that dream from three, four years ago that I decided what my hesitant love for freedom was against. If now, you thank me for the pa**age... God, while you're in the can, I'll take with fear an airplane to some distant place. I am insatiable for life because one singular thing in the world can never be exhausted.
Ohi, Ninarieddo, ti ricordi di quel sogno... di cui abbiamo parlato tante volte... Io ero in macchina, e partivo solo, col sedile vuoto accanto a me, e tu mi correvi dietro; all'altezza dello sportello ancora semiaperto, correndo ansioso e ostinato, mi gridavi con un po' di pianto infantile nella voce: «A Pa', mi porti con te? Me lo paghi il viaggio?» Era il viaggio della vita: e solo in sogno hai dunque osato scoprirti e chiedermi qualcosa. Tu sai benissimo che quel sogno fa parte della realtà; e non è un Ninetto sognato quello che ha detto quelle parole. tanto è vero che quando ne parliamo arrossisci. Ieri sera, a Arezzo, nel silenzio della notte, mentre il piantone rinchiudeva con la catena il cancello alle tue spalle, e tu stavi per sparire, col tuo sorriso, fulminea e buffo, mi hai detto... «Grazie!». «Grazie», Ninè? È la prima volta che me lo dici. E infatti te ne accorgi, e ti correggi, senza perdere la faccia (cosa in cui sei maestro) scherzando: «Grazie per il pa**aggio». Il viaggio che tu volevi ch'io ti paga**i era, ripeto, il viaggio della vita: è in quel sogno di tre quattro anni fa che ho deciso ciò a cui il mio equivoco amore per la libertà era contrario. Se ora mi ringrazi per il pa**aggio... Dio mio, mentre tu sei in gattabuia, prendo con paura l'aereo per un luogo lontano. Della nostra vita sono insaziabile, perché una cosa unica al mondo non può essere mai esaurita.