Evochiamo la sussistenza del permanere Inibiti dalla caduca fragilità dell'attimo, coevo Perdesi nel fitto intrecciato delle percezioni Ancorati al vero Rapiti dall'ignoto e latente cosmo Senza indugio Si abbandonò l'umana conoscenza Nella subdola incompiutezza di tale estraneo presagio
Ornamento d'eternità Che celi cIò che fu, enigmatico messaggero dell'inesigibile Inebriante magnificenza, un ciclo incessante Cambiano i volti, permane il disegno Che recide l'incosciente vacuità del momento