Per te
Dovrei essere Kali
La Dea
Madre di mille pugnali
Dovrei
Trovare un macabro gusto
A recar la tua testa
Spiccata dal busto...
Ero il plenario sanguinare
Che macella la Ragione
E di Dioniso la torcia.
Ora, invece, son qua
Come Lupa domata
A morire per te.
Di Menade è il tango che ascolti
Trascinato dai venti...
Per te
Iniziatrice sarò
Sovrana altera e schiava,
Sia d'Arcadia o di Giava
Quel dio rinnegherò.
Sono rubino e veneficio
E ancora spira di serpente,
E sono chioma di Medusa.
Poi d'un tratto mi scopro
Trepidante in attesa
Tu sai bene di che
Tu che sei salso come il mare
Al mio palato, o militare
Fonte pulita da cui bere
Per riconsacrare
L'Inconnue redenta
Che s'affaccia in me
Di Menade è il tango che ascolti
Trascinato dai venti...
Perché
Luna nuova sarò
Meretrice e poi Santa
E la mia malapianta
In giglio io muterò
Trascino innanzi la mia piaga
Tra l'inanità e i silenzi,
Ma stupisci e ascolta, Renzi:
Finché ho un filo di fiato
Il mio canto infuocato
Per te leverò