Dal selvaggio rosaio scheletrito penzola un nido. Come, a primavera, ne prorompeva empiendo la riviera il cinguettìo del garrulo convito! Or v'è sola una piuma, che all'invito del vento esita, palpita leggiera; qual sogno antico in anima severa, fuggente sempre e non ancor fuggito:
e già l'occhio dal cielo ora si toglie; dal cielo dove un ultimo concento salì raggiando e dileguò nell'aria; e si figge alla terra, in cui le foglie putride stanno, mentre a onde il vento piange nella campagna solitaria.