(strofa 1)
Le unghie consumate dal nervoso
Il cuore sotto attacco non trova riposo
E’ quasi notte, è quasi giorno
E’ quasi notte, è quasi giorno
Tra uno sbadiglio prolungato al gusto di caffè
E un crocefisso che lo guarda storto dall’alto
Mantiene fisso lo sguardo davanti a sé
Verso un punto imprecisato, poco lontano
Il freddo entra dalla finestra
Il freddo entra, lui lo detesta
Si alza della sedia all’improvviso e pensa
Di prendere la via maestra sotto la tormenta
Sembra la prospettiva Nevski a meno trenta
Nessuno per la strada solo neve fresca
In preda alla nausea si lascia caderе a terra
Si trova in un vicolo cieco e ha pеrso conoscenza
(strofa 2)
La coperta è calda la luce entra candida
L’ha risvegliato con una carezza sulla guancia
L’odore di casa dentro una tazza di te
Un sospiro di sollievo almeno sa dov’è
Passano le ore passano le ombre
A trovarlo certe volte sul soffitto enorme
Non si accorge che la luce molto spesso copre
Ciò che si nasconde dietro al senso delle cose
Ha fatto un segno con la penna nuova
Sul muro dietro al letto accanto a tanti altri
Un’altro giorno è passato ancora
Un’altro giorno come tanti altri
La batteria ha lo zero percento
Lo sguardo spento il battito lento
In preda alla nausea si accascia sul pavimento
Dopo un ultimo saluto al proprio tempo