Venivano da lontano, avevano occhi e cani, avevano stellette, e paura. Erano tre, erano quattro, erano più di ventiquattro, erano il sale della terra. Erano il fuoco e la guerra, erano il segno della croce, erano cani senza voce, erano denti. Erano denti senza bocca, erano fuoco che scotta, erano al vita che rintocca. Erano tre, erano quattro, avevano sa**i, avevano cuori. Avevano parrucche e occhiali, e pistole a tamburi e silenziatori. Avevano linguaggio e chitarre e da dietro le sbarre ridevano e pure parlavano. Avevano alcuni moglie e figli che da dietro un vetro li salutavano.
Avevano certo dei mandanti ed erano tanti, senza nè viso nè nome e senza prove. Alcuni sapevano tutto e tutto ricordavano, e andavano, ma non dicevano dove. Altri giuravano e spergiuravano e tutto confessavano, nome e cognome. Tutti sapevano tutto di tutti, perfino il numero, ma non dicevano come. Venivano da lontano, avevano occhi e cani, avevano stellette e guanti, e paura. Erano tre, erano quattro, erano più di ventiquattro, erano dieci, o diecimila. Erano bocca e occhi, scacchi e tarocchi, erano occhi e brace. Erano giovani e forti, erano giovani vite, dentro una fornace.