"Mamma, non lasciarmi a casa sola, so che non dormirò, non mi basta la tv, non mi salva una candela i miei spettri sono maledetti perché di giorno fanno gli amichetti ma quando la notte cala, sono pronti a metterla nel culo anche agli amici come i froci; e non prendertela con me lo sai anche tu, che le parole le imparo dalla tv, e le bambole, non sanno raccontare le tue favole. Ti prego sfregami il naso contro il naso, una volta e poi d'accapo e non uscire a cena con la mamma di Serena, scommetto che non sa che odi i pomodori, mamy! Ti prego non andare fuori, vieni sotto il piumino facciamo un sonno sereno e tra vent'anni ce ne ricorderemo.."
Mi verso il solito e guardo bene dal balcone vedo un mondo confuso più del solito senza ritorno e io mi guardo bene dall'uscire perché mi sento più confuso del mondo quando non ti vedo arrivare, non ti sento salire ed è l'ora in cui di solito fai ritorno, il tuo ufficio è grande, ma non è mai stato così distante, dimmi dove stai seduta e vengo seduta stante, ho le scarpe ancora calde, forse sei a casa di tua madre, posso venire lì? Dì di sì! No?..ok, vieni appena puoi. Non ti faccio pena? Io verrei lì se quando vengo ci sei tu, tutt'intorno a me e ancora più intorno, ancora tu, solo tu! E mi viene da chiedere..dov'è finito il mondo?
Come il gallo della settimana santa, ogni gallo che canta mi avvicina alla fine, ai settanta, mi sveglio più stanco, mi alzo dal letto, mi ra**etto, mi metto il berretto bianco e salgo sul mio carretto, ma solo un pazzo cercherebbe un gelataio a Novembre, Dicembre, Gennaio, Febbraio e, giusto un paio a Marzo. In quei mesi se riesco a campare è per la barba bianca che mi chiamano Babbo Natale. La notte chiamo forte mia moglie, ma è un sogno, qualche vicino mi farà chiudere in manicomio, coi miei compagni di stanza parlerò di pesca, di quando mi alzavo in piedi sulla sella per gridare "ho la panna più fresca bambini, ho il cacao, la cannella"